I truffatori non vanno mai in vacanza. Anzi, quest’estate 2024 vede il proliferare di una truffa difficile da individuare.
Siamo ormai nel pieno della stagione estiva. Alcuni sono già in vacanza, altri lo saranno a breve. In molti, come ogni anno, potrebbero aver scelto di spostarsi con il proprio mezzo. Che sia un’auto o un motociclo. In entrambi i casi, fate molta attenzione alla truffa che sta spopolando in questa estate 2024.
Il viaggio in auto è, da sempre, qualcosa di molto affascinante per molti. Spostarsi con il proprio mezzo, infatti, consente di decidere autonomamente i nostri orari e di non essere “schiavi” dei trasporti pubblici. Ma oltre a questo aspetto logistico, tutt’altro che trascurabile, vi sono dei vantaggi di tipo “romantico”. Sui viaggi on the road, infatti, vi è una vasta narrazione, tanto letteraria, quanto musicale e cinematografica, che li rende molto suggestivi.
Insomma, effettuare le vacanze spostandosi in auto è una scelta che, ancora oggi, prendono in tanti. E questo nonostante rincari e aumenti, che conosciamo ormai da anni, rendano sempre più esoso il rifornimento di carburante, che sia diesel o benzina. In tanti sfidano l’inflazione galoppante. Ma ora, in quest’estate 2024, hanno altre minacce e insidie da schivare: quelle provenienti da una truffa molto ben congegnata.
Ebbene sì, i truffatori non vanno mai in vacanza. Nemmeno in estate. Anzi, in questa stagione 2024 sembrano ancor più agguerriti, avendo escogitato questo nuovo metodo di raggiro che ha già colpito diverse persone. Conoscerne i meccanismi può evitarci di diventare le prossime prede.
La truffa dell’auto in panne è l’ultima di una serie di raggiri che stanno proliferando in Italia, colpendo un numero crescente di automobilisti. I truffatori solitamente utilizzano il seguente cliché. Proprio come degli avvoltoi. Notano infatti gli automobilisti in difficoltà, che sia una ruota bucata, un problema al motore o la batteria scarica e si qualificano come esperti del settore. E, fingendo di controllare il motore, scollegano i morsetti della batteria, rendendo impossibile la ricarica. E così richiedono soldi per poter riparare il guasto, 200 euro, a volte anche di più.
Diversi casi si sono verificati nelle ultime settimane. Per evitare di cadere nella trappola, è fondamentale riconoscere i segnali di allarme. Un’auto con la batteria scarica e l’apparizione tempestiva di un “meccanico” sono i primi indizi. Ovviamente, il consiglio è sempre quello di rimanere guardinghi quando si è fuori e, in caso di sospetti o certezze di affidarvi alle forze dell’ordine che certamente interverranno tempestivamente.
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