La mostra fotografica “Elio Ciol. Sguardi nel tempo” rappresenta un affascinante viaggio attraverso oltre sei decenni di attività artistica di uno dei più rinomati maestri della fotografia italiana. Inaugurata nelle suggestive ex carceri del Castello di Gemona del Friuli (Udine), l’esposizione è un tributo a un artista che ha saputo catturare la luce e il tempo, mescolando abilmente arte e innovazione.
Elio Ciol, classe 1928, ha dedicato la sua vita alla fotografia, esplorando una vasta gamma di temi e soggetti. Tra i suoi lavori più celebri si trovano i ritratti di figure iconiche come Pier Paolo Pasolini e David Maria Turoldo. Questi ritratti non sono semplici immagini, ma veri e propri racconti visivi che rivelano l’anima dei soggetti ritratti. Pasolini, in particolare, è stato una fonte di ispirazione per Ciol, la cui sensibilità artistica ha saputo cogliere l’intensità e la complessità del poeta e regista.
L’esposizione include anche fotogrammi del film “Gli Ultimi” di Vito Pandolfi, un’opera che esplora la condizione umana attraverso scatti evocativi. Questi fotogrammi non solo arricchiscono la mostra, ma offrono anche un affascinante spaccato della vita e delle emozioni dei protagonisti, rendendo il visitatore partecipe di una narrazione visiva intensa e profonda.
Una delle caratteristiche distintive di Ciol è la sua capacità di immortalare il paesaggio friulano, un luogo che ha ispirato gran parte della sua opera. Le sue vedute paesaggistiche del Tagliamento e delle pianure friulane sono non solo una celebrazione della bellezza naturale, ma anche un invito alla riflessione sulla storia e l’identità di un territorio ricco di cultura. Ogni scatto è un omaggio a un paesaggio che ha segnato la vita dell’artista e continua a farlo per chiunque abbia la fortuna di ammirarlo.
Un aspetto notevole della mostra è la sezione dedicata alla documentazione fotografica degli affreschi del pittore gemonese Giacomo Brollo, realizzata in collaborazione con il figlio Stefano Ciol. Questa parte dell’esposizione si concentra sulla chiesa di Nova Cerkev in Slovenia, sottolineando come l’arte possa fungere da ponte tra culture diverse. La scelta di includere gli affreschi di Brollo è un chiaro segno del desiderio di Ciol di esplorare e valorizzare le connessioni culturali tra Italia e Slovenia, un tema ricorrente nella sua opera.
In aggiunta alle fotografie esposte, la mostra offre contenuti multimediali che arricchiscono l’esperienza del visitatore. Tra questi, spicca la storica intervista Rai a Elio Ciol, curata da Fulvio Toffoli, che permette di ascoltare la voce del maestro mentre racconta la sua vita e il suo approccio all’arte. Inoltre, la versione restaurata del film “Gli Ultimi” offre un’ulteriore dimensione narrativa, permettendo ai visitatori di immergersi completamente nell’universo creativo di Ciol.
Un’altra interessante iniziativa è rappresentata dalla “campana sonora”, dove è possibile ascoltare la “Lettera alla madre” di Pier Paolo Pasolini, recitata da David Maria Turoldo. Le voci di Giuseppe e Miriam Bevilacqua accompagnano il visitatore in un’esperienza sensoriale che arricchisce ulteriormente il percorso espositivo. Questi elementi non solo rendono la mostra interattiva, ma creano anche un legame emotivo tra il visitatore e le opere esposte.
Elio Ciol ha espresso la sua gratitudine per la realizzazione della mostra, dichiarando: “Sono onorato che la mia terra abbia voluto dedicarmi questa mostra. Spero che le mie fotografie possano ispirare chi le guarda, come il Friuli ha ispirato me in questi 95 anni.” Queste parole evidenziano il profondo legame che l’artista ha con il suo territorio e il desiderio di condividere la sua visione con il pubblico.
Aperta dal 19 dicembre e visitabile fino al 15 giugno, la mostra è organizzata dal Comune di Gemona del Friuli e ha visto la collaborazione di importanti partner come la Cineteca del Friuli, Erpac, Cinemazero, il Gruppo Fotografico Gemonese e il Centro Studi Pasolini. L’assessora regionale alle Finanze, Barbara Zilli, ha sottolineato l’importanza dell’esposizione, affermando che non si tratta solo di un tributo alla carriera di Ciol, ma anche di un’opportunità per rafforzare i legami culturali tra il nostro territorio e la Capitale europea della cultura.
Le contaminazioni artistiche tra Italia e Slovenia, evidenziate nelle opere esposte, rappresentano un’importante occasione di scambio culturale e crescita comune, dimostrando come l’arte possa abbattere le barriere e unire le persone attraverso la bellezza e l’ispirazione. “Elio Ciol. Sguardi nel tempo” è, quindi, non solo una mostra, ma un vero e proprio viaggio nell’anima di un artista che ha dedicato la sua vita a raccontare il mondo attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica.
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