Categories: Spettacolo e Cultura

Esibizione mozzafiato di Lovpoem apre il festival di Scena Contemporanea

Tormenti di amori perduti si intrecciano in uno spazio domestico, tra ironia e nostalgia, attraverso una narrazione fatta di video e canzoni che esplorano luoghi e momenti iconici. Questo è il cuore pulsante di Lovpoem, nuova creazione del danzatore e performer Ludovico Paladini, che ha collaborato con Guglielmo Diana per il suono ed Eleonora Diana per le luci. La prima assoluta si terrà il 9 novembre al Teatro Sperimentale di Ancona, inaugurando il cartellone di Scena Contemporanea con una produzione di Marche Teatro.

Ludovico Paladini: un astro nascente

Ludovico Paladini, astro nascente della coreografia contemporanea, ha solo 26 anni. Nato a Roma, è cresciuto tra le colline marchigiane di Avacelli di Arcevia, in provincia di Ancona. La sua formazione è culminata all’Haute école des arts de la scène – Manufacture di Losanna, e attualmente collabora anche con la Compagnia di Maria La Ribot. Nel suo ultimo lavoro, Paladini crea sul palco una stanza in ombra, descritta come “quasi una finestra aperta sull’intimità”. Le lampade vengono continuamente spostate dal protagonista per modulare l’atmosfera, permettendo di godere della sofferenza senza prendersi troppo sul serio. Questo dolore è rappresentato come un’onda continua, senza un inizio né una fine, che ripercorre nostalgicamente momenti d’amore disgregati in frammenti di romantiche canzoni pop. Sono ben 300 le melodie rielaborate da Guglielmo Diana, tra cui classici come ‘Se telefonando’, ‘Chiudo gli occhi e penso a te’, e ‘Maledetta primavera’.

Un viaggio tra luoghi iconici e nostalgia

La performance è arricchita dalla proiezione di luoghi iconici di incontri e abbandoni, come il mare e le stazioni, e da oggetti di scena che evocano questi spazi. Questo percorso catartico, a tratti anche irritante, è basato sull’estetica del movimento quotidiano. Gli artisti ammettono che, attraverso la decostruzione del dolore, si impara l’autoironia, trasformando questa esperienza in una riflessione profonda e personale.

I costumi della performance sono stati realizzati dalla sartoria del Teatro delle Muse, grazie al talento di Stefania Cempini e Raela Cipi. Il progetto ha ricevuto il sostegno del ministero della Cultura e di Siae nell’ambito del programma Per Chi Crea, dimostrando l’importanza di supportare la creatività emergente nel panorama culturale italiano.

Un invito alla riflessione personale

Lovpoem non è solo uno spettacolo di danza, ma un viaggio emozionale che invita il pubblico a riflettere sui propri amori perduti e sulle esperienze intime che ci definiscono. La scelta di rappresentare questi sentimenti attraverso frammenti di canzoni e immagini iconiche crea un legame immediato con lo spettatore, stimolando ricordi personali che si intrecciano con la narrazione scenica. L’uso innovativo delle luci e del suono amplifica l’impatto emotivo della performance, rendendola un’esperienza sensoriale unica.

Ludovico Paladini, con la sua sensibilità artistica, riesce a trasformare la sofferenza in un’opera d’arte, dove la nostalgia si mescola con l’ironia, permettendo al pubblico di esplorare le proprie emozioni attraverso una lente diversa. La sua capacità di integrare elementi di quotidianità con il linguaggio del corpo e della musica dimostra una maturità artistica sorprendente per la sua giovane età.

Un evento indimenticabile

L’attesa per la prima di Lovpoem è alta, e il pubblico di Ancona è pronto a lasciarsi trasportare in questo viaggio emozionale. L’inaugurazione del cartellone di Scena Contemporanea con una produzione così innovativa segna un passo importante per il panorama culturale della regione, offrendo una piattaforma per artisti emergenti che sfidano le convenzioni e invitano alla riflessione.

La performance di Paladini promette di essere un evento indimenticabile, capace di toccare le corde più intime dello spettatore, trasformando il teatro in un luogo di introspezione e connessione emotiva. Con Lovpoem, l’amore perduto diventa una celebrazione della vulnerabilità umana, un invito a esplorare la propria intimità con coraggio e curiosità.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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