Elsa Morante è una delle figure più influenti della letteratura italiana del XX secolo, il cui fascino si estende ben oltre le pagine delle sue opere. Nata il 18 agosto 1912 a Roma, Morante ha vissuto in un contesto culturale ricco e variegato, che ha profondamente influenzato il suo stile letterario. Il saggio di Elena Porciani, “Elsa Morante, la vita nella scrittura”, offre un’analisi approfondita non solo dei suoi successi letterari, ma anche degli amori e delle relazioni che hanno segnato il suo percorso.
Chi ha avuto il privilegio di conoscere Elsa Morante la descrive come una persona dal carisma enigmatico. La sua espressione, definita “da bambina un po’ imbronciata”, riflette un contrasto tra la sua riservatezza e la sua presenza affascinante. Il suo matrimonio con il celebre scrittore Alberto Moravia, celebrato il 14 aprile 1941, segna un importante incontro di menti creative, ma anche un rapporto intriso di gelosie e rivalità.
Uno degli aspetti più affascinanti del saggio di Porciani è la mappa dei luoghi che hanno segnato la vita di Morante. Ogni abitazione racconta una parte della sua storia:
Questo appartamento-studio, accessibile solo tramite un ascensore che si fermava direttamente davanti alla porta, rappresentava un rifugio creativo, ma anche un simbolo di isolamento.
La personalità di Elsa Morante era caratterizzata da contrasti e sfumature. Era nota per il suo temperamento imprevedibile, oscillando tra momenti di entusiasmo e scatti d’ira. Ginevra Bompiani, una delle sue amiche, ha rivelato che Elsa faceva uso di anfetamine per sostenere il suo ritmo di scrittura, un comportamento che rifletteva le sue fragilità interiori.
Elsa era anche un’appassionata amante degli animali, in particolare dei gatti, che considerava amici e confidanti. Questo legame con i gatti simboleggia la sua sensibilità e la sua visione del mondo, dove anche le creature più piccole possono avere un impatto significativo.
La vita di Morante non è stata priva di ombre, culminando in un tentativo di suicidio nel 1983, un episodio che sottolinea la fragilità della sua esistenza e il tema del dolore che permea le sue opere. Morante morì il 25 novembre 1985, lasciando un’eredità letteraria ineguagliabile. Le sue ceneri furono disperse nel mare di Procida, un gesto che riflette il suo legame con la natura e la ricerca di libertà.
Le opere di Elsa Morante, tra cui “Menzogna e sortilegio”, “L’isola di Arturo” e “La Storia”, continuano a vivere, testimoniando non solo la sua genialità letteraria, ma anche la complessità di una vita intensa, costellata di amori, passioni e una profonda connessione con il mondo che la circondava.
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