Dovranno lavorare anche i pensionati: la pessima novità per far quadrare i conti INPS

La necessità di far quadrare i conti dell’INPS potrebbe portare a una riforma radicale del sistema pensionistico.

Il sistema pensionistico italiano, così come è strutturato oggi, appare sempre meno sostenibile. Le proiezioni demografiche e i trend economici lasciano poco spazio all’ottimismo: con l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite, il peso dei pensionati rispetto ai lavoratori attivi cresce esponenzialmente. Questa dinamica mette a rischio la capacità del sistema previdenziale di garantire pensioni adeguate nel futuro.

in futuro dovranno lavorare anche i pensionati
In futuro, i pensionati potrebbero essere obbligati a continuare a lavorare per sostenere i conti dell’INPS – arabonormannaunesco.it

Guardando a quanto accaduto in Francia, dove l’età pensionabile è stata alzata tra proteste e malcontento generale, diventa evidente come in Italia, la situazione potrebbe evolvere in maniera ancora più drastica e la prospettiva di dover estendere il periodo lavorativo anche dopo il pensionamento si fa sempre più probabile.

La notizia che non piace a nessuno: il sistema pensionistico dovrà essere profondamente riformato

Secondo diverse analisi economiche, una delle soluzioni che potrebbero essere introdotte per evitare il collasso del sistema pensionistico italiano è quella di permettere o addirittura obbligare i pensionati a continuare a lavorare. Questa prospettiva, al momento, non è prevista dalla legge: l’attuale normativa consente solo in casi limitati il cumulo tra pensione e reddito da lavoro, escludendo coloro che hanno beneficiato di pensionamenti anticipati come la Quota 100.

il sistema pensionistico dovrà essere aggiornato
Il sistema pensionistico italiano rischia il collasso a causa dell’invecchiamento della popolazione – arabonormannaunesco.it

Giuliano Cazzola, ex parlamentare e docente universitario, ha evidenziato come nei prossimi vent’anni si verificherà un forte squilibrio tra nuovi pensionati e persone in età lavorativa. Con oltre 2,5 milioni di nuovi pensionati e 6 milioni di lavoratori in meno, il rapporto tra chi percepisce la pensione e chi versa i contributi si sbilancerà ulteriormente, rendendo necessaria una riforma del sistema. Cazzola prevede che gli over 65 del futuro dovranno lavorare almeno fino ai 70 anni, se non oltre, per poter sostenere il sistema previdenziale.

Il nodo principale è rappresentato dal calo demografico che l’Italia sta affrontando. La denatalità, combinata con un’aspettativa di vita in aumento, ha portato a un progressivo invecchiamento della popolazione. Questo trend demografico implica che il numero di pensionati aumenterà rispetto a quello dei lavoratori attivi, aggravando la sostenibilità del sistema pensionistico.

Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, ha proposto una revisione del concetto di vecchiaia in Italia, suggerendo un innalzamento dell’età pensionabile accompagnato da una riforma del mercato del lavoro. Questa riforma prevedrebbe mansioni più leggere e adatte ai lavoratori anziani, per renderle compatibili con le loro capacità e garantire così una partecipazione prolungata alla vita lavorativa.

Anche l’economista britannico Martin Wolf ha sottolineato la necessità di ripensare il welfare in un contesto di popolazione longeva, suggerendo che la vecchiaia non debba essere vista come un onere, ma come un’opportunità. In questa prospettiva, lavorare anche dopo il pensionamento potrebbe diventare una realtà inevitabile per sostenere il sistema previdenziale italiano.

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