Nel cuore di Castelvetrano, un comune della provincia di Trapani, si trova un bene confiscato che racconta una storia di riscatto e speranza. Questo terreno, un tempo appartenente a Giuseppe Grigoli, noto ex re dei supermercati, è stato oggetto di un progetto ambizioso: trasformarlo in un campo da golf. Grigoli, un imprenditore di successo, aveva già avviato la costruzione di una villa in questa vasta area di agrumeti, ma i suoi sogni si sono infranti quando è stato arrestato per associazione mafiosa. La confisca del bene ha segnato l’inizio di una nuova vita per questo terreno, oggi restituito alla comunità.
Recentemente, il Comune di Castelvetrano ha deciso di affidare questo spazio agli scout dell’AGESCI ‘Castelvetrano 1’, un passo significativo che rappresenta un cambio di paradigma. Gli scout, noti per il loro impegno nella formazione e nella crescita dei giovani, hanno accolto con entusiasmo la possibilità di utilizzare il bene confiscato per attività educative e sociali. Questo gesto non solo restituisce un luogo alla comunità, ma crea anche opportunità per i giovani di impegnarsi in attività di volontariato e di apprendere il valore della legalità e della giustizia sociale.
La visita di don Ciotti
Oggi pomeriggio, don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione ‘Libera’, ha visitato il bene confiscato, dove ha incontrato circa 80 scout. La presenza di don Ciotti, figura di riferimento nella lotta contro le mafie in Italia, ha conferito un ulteriore significato all’evento. Durante il suo intervento, don Ciotti ha espresso la sua gioia per il ritorno alla comunità di questo bene, sottolineando l’importanza della lotta per la legalità e per il riutilizzo sociale dei beni confiscati.
“È stata ‘Libera’ a promuovere la raccolta di 1.000 firme per sollecitare la legge per la confisca e il riutilizzo sociale dei beni. Questo qui è il risultato anche di quel percorso”, ha dichiarato, evidenziando come il lavoro di sensibilizzazione e mobilitazione della società civile possa portare a risultati concreti e positivi.
Un momento di emozione per la comunità
La visita di don Ciotti è stata un momento di grande emozione, non solo per i ragazzi presenti, ma per tutta la comunità di Castelvetrano, che vede in questo bene confiscato una nuova opportunità di crescita e sviluppo. Gli scout, per celebrare l’incontro, hanno omaggiato don Ciotti con un paniere contenente prodotti locali: pane nero, limoni, arance e marmellate, simboli della terra e della cultura siciliana, ma anche del lavoro collettivo che si intende avviare in questo nuovo spazio.
L’importanza del riutilizzo sociale dei beni confiscati
Il riutilizzo dei beni confiscati alla mafia è una questione di fondamentale importanza in Italia. Negli ultimi anni, molte associazioni, tra cui ‘Libera’, si sono impegnate per promuovere la restituzione di questi spazi alla comunità, trasformandoli in luoghi di incontro, socializzazione e attività produttive. Attualmente, ci sono oltre 8.000 beni confiscati in Italia, di cui circa 4.000 sono stati destinati a usi sociali. Tuttavia, la strada da percorrere è ancora lunga e complessa. Ogni bene confiscato rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità per ridare vita e dignità a luoghi che avevano perso il loro significato a causa della criminalità organizzata.
L’incontro di oggi a Castelvetrano rappresenta un modello di come le comunità possano unirsi per trasformare il dolore e la sofferenza causati dalla mafia in occasioni di crescita e di speranza. Gli scout, con il loro approccio educativo, sono in prima linea per coinvolgere i giovani in attività che promuovono la legalità, la giustizia e il rispetto per l’ambiente. Attraverso laboratori, corsi di formazione e attività all’aperto, i ragazzi avranno la possibilità di riscoprire il valore della comunità, della cooperazione e della solidarietà.
Castelvetrano, una città che ha conosciuto il peso della mafia, oggi si impegna a costruire un futuro diverso. La presenza di don Ciotti e degli scout nel bene confiscato è un segnale forte e chiaro: la lotta contro la mafia passa anche attraverso la restituzione alla comunità di spazi che possono diventare simboli di rinascita. La strada è ancora lunga, ma ogni passo in avanti è un passo verso un futuro libero dalla criminalità. Questo evento è solo l’inizio di un percorso che mira a coinvolgere tutti, affinché insieme si possa costruire una società più giusta e solidale, dove i giovani possano crescere in un ambiente sano e positivo, lontano dalle influenze negative della mafia.