La vendita dei diritti di traduzione all’estero è un elemento fondamentale per il settore editoriale italiano, ma i piccoli editori affrontano sfide significative in questo ambito. Secondo i dati dell’Osservatorio sui diritti dell’Associazione Italiana Editori (AIE), i piccoli editori stipulano in media solo tre contratti all’anno, un numero che palesemente si discosta dai 34 contratti annuali dei gruppi editoriali più grandi, quelli con un fatturato superiore ai 5 milioni di euro.
Nel 2023, il 18% delle vendite di diritti all’estero è stato realizzato da case editrici con fatturato sotto i 5 milioni di euro, evidenziando la frammentazione e la competitività del mercato editoriale. La maggior parte delle vendite di diritti avviene attraverso i canali trade, che comprendono la narrativa e la saggistica vendute in librerie fisiche e online.
La partecipazione dei piccoli editori
L’incontro “Quali politiche pubbliche per la vendita di diritti dopo la Buchmesse?” tenutosi a Roma ha messo in luce che il 92% degli editori con fatturato superiore ai 5 milioni di euro è attivo nella vendita di diritti all’estero. In contrasto, solo il 27% degli editori con vendite sotto i 500.000 euro partecipa a questa attività. Questo divario sottolinea le difficoltà dei piccoli editori in un mercato dominato da grandi gruppi editoriali.
Settori di nicchia e opportunità
Nonostante le difficoltà, i piccoli editori sono riusciti a trovare spazi significativi in settori di nicchia. Ecco alcuni esempi:
- Libri di argomento religioso: 72% delle vendite di titoli all’estero.
- Libri per bambini e ragazzi: 32% del mercato.
- Libri d’arte e illustrati: 19%.
Queste specializzazioni consentono ai piccoli editori di competere con i grandi gruppi, che generalmente offrono una gamma più ampia di titoli.
Mercati chiave e finanziamenti pubblici
Geograficamente, i piccoli editori si sono dimostrati più forti nelle vendite verso il Pacifico, che assorbe il 60% dei contratti stipulati, seguito da Sud America e Asia, entrambi con il 26%. Paesi come Cina, Polonia e Francia sono emersi come mercati chiave per le vendite di diritti da parte di editori di dimensioni contenute.
Inoltre, l’utilizzo dei fondi pubblici per le traduzioni ha visto un incremento significativo nel 2023. Grazie ai bandi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, sono stati finanziati 546 progetti di traduzione di titoli italiani all’estero, in crescita rispetto agli anni precedenti. La maggior parte delle traduzioni finanziate riguarda romanzi (61%), seguiti da saggistica (21%), libri per bambini e ragazzi (16%) e fumetti (2%).
In conclusione, sebbene i piccoli editori faticano a competere con i grandi gruppi editoriali nella vendita dei diritti all’estero, riescono a trovare opportunità in mercati di nicchia e beneficiano di fondi pubblici per sostenere le loro attività di traduzione. È fondamentale che si sviluppino politiche a sostegno di queste realtà editoriali, affinché possano emergere e contribuire alla diversificazione e al rinnovamento del panorama culturale italiano.