Demenza, puoi scoprire con molti anni d’anticipo l’insorgere della malattia: ecco come fare

Un’innovativa scoperta potrà finalmente aiutarci a prevenire l’insorgenza della demenza: sarà sufficiente svolgere una particolare azione.

La demenza senile è senza dubbio una delle malattie neurologiche più temute dagli anziani, soprattutto perché causa il declino delle funzioni cognitive: perdita di memoria, alterazione del linguaggio e difficoltà ad essere autonomi. E non solo: i pazienti che soffrono di questa condizione neurologica non riescono persino a riconoscere i volti familiari, a svolgere correttamente le consuete attività quotidiane e a pianificare le azioni.

Nuova scoperta rivoluzionaria contro la demenza – arabonormannaunesco.itDobbiamo però ricordare che la demenza colpisce mediamente il 5% della popolazione mondiale over 65 e il 30% di quella over 85. Si tratta quindi di un problema che può manifestarsi soprattutto durante l’anzianità. Tuttavia, un nuovo studio ha dimostrato che è possibile scoprire l’arrivo della patologia già molti anni prima della comparsa dei primi sintomi. Cerchiamo allora di capire cosa possiamo fare per sapere se siamo predisposti.

Come scoprire in anticipo l’arrivo della demenza

Questo problema neurologico, che colpisce l’encefalo, è quindi una vera e propria malattia neurodegenerativa, la quale determina un progressivo declino delle facoltà cognitive. La demenza possiamo inoltre ramificarla in quattro differenti tipologie: il morbo di Alzheimer, la demenza vascolare, la demenza con corpi di Lewy e la demenza frontotemporale. Qual è allora l’origine di questa malattia? In realtà, le cause che la scatenano non sono ancora chiare: l’unica cosa che sappiamo con certezza è che nasce dopo la morte delle cellule nervose cerebrali. Per quanto riguarda i fattori che favorirebbero l’insorgenza della demenza, questi possono essere catalogati in “modificabili” e ” non modificabili”.

Nella prima categoria rientrano tutte quelle attività che possiamo “modificare”, come ad esempio il colesterolo alto, il fumo di sigaretta, gli alti livelli di omocisteina nel sangue, il consumo di alcol e il diabete. Quelli “non modificabili”, che possono portarci verso la demenza, sono ovviamente l’età avanzata, l’eventuale presenza della sindrome di Down o i fattori genetici. Ad ogni modo, un innovativo test elaborato da un team di scienziati inglesi, appartenenti alla Queen Mary University di Londra, ha finalmente dato una nuova speranza a tutti coloro che hanno un’alta probabilità di avere questa malattia neurologica.

Stiamo parlando delle scansioni di risonanza magnetica funzionale (fMRI), che in sei minuti individuano i cambiamenti presenti nel cervello. Si tratta in realtà di un metodo che ci consentirebbe di scoprire in anticipo l’insorgenza della demenza. Per la precisione, potremo saperlo ben 9 anni prima della diagnosi ufficiale, cioè da quando potrebbero comparire i primi sintomi. L’accuratezza di questo rivoluzionario test supera addirittura l’80%. Secondo il professor Charles Marshall, che ha guidato la ricerca, la possibilità di prevedere la demenza sarà fondamentale per sviluppare trattamenti in grado di prevenire la perdita di cellule cerebrali.