Maura Delpero, talentuosa regista bolzanina, sta attirando l’attenzione del panorama cinematografico europeo grazie al suo film “Vermiglio”, che ha recentemente ottenuto il Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia. Con il film in corsa per gli European Film Awards (EFA) e la speranza di entrare nella shortlist per gli Oscar, Delpero condivide le sue riflessioni sul mondo del cinema e sulle sfide che affronta, specialmente in un contesto competitivo come quello attuale.
Attualmente a Lucerna per partecipare alla 37ma edizione degli EFA, Delpero non nasconde l’emozione per il riconoscimento ricevuto dal suo film. “Vermiglio” è in competizione come miglior film e miglior regia agli EFA, ricevendo un’accoglienza calorosa dalla critica internazionale. Tuttavia, la regista ammette che le risorse a disposizione per la corsa agli Oscar sono limitate.
Nonostante questi ostacoli, Delpero si sente ottimista per il futuro. “Quello che stiamo facendo negli Stati Uniti sta andando molto bene,” afferma, sottolineando il cauto ottimismo del distributore americano, Sideshow e Janus Film. Se “Vermiglio” dovesse entrare nella shortlist degli Oscar, le cose potrebbero cambiare drasticamente.
Un traguardo importante è il riconoscimento ricevuto rispetto al film di Paolo Sorrentino, “Parthenope”. Delpero, sorpresa dalla domanda, sottolinea che la selezione è stata fatta da una commissione e non da lei. “Non mi auto-valuto,” dice, mostrando umiltà, ma riconosce il ruolo fondamentale del consenso della stampa estera. “La risposta della critica internazionale a ‘Vermiglio’ è stata unanime,” afferma, evidenziando come la sua narrazione, ancorata a una realtà rurale poco esplorata, riesca a parlare a un pubblico globale.
“Vermiglio” non è solo un film di denuncia sociale; affronta anche tematiche universali riguardanti la condizione femminile. La storia delle tre sorelle protagoniste non è solo un racconto di donne, ma una riflessione su come la parità di genere sia un valore che continua a richiedere attenzione e impegno. Delpero sottolinea l’importanza di rievocare personaggi del passato per comprendere il presente: “Il film parla anche agli uomini e ti coinvolge perché racconta come eravamo.”
Nata a Bolzano 48 anni fa e con un percorso di studi a Bologna, Delpero riflette sull’importanza di prendersi del tempo per sé stessa. “Ho preso una pausa, credo sia sano rigenerarsi tra un film e un altro,” afferma, evidenziando una visione più umana e personale del mondo del cinema.
La carriera di Maura Delpero è un esempio di come la passione, la determinazione e il talento possano prevalere anche nelle circostanze più sfavorevoli. Con “Vermiglio”, sta dimostrando che, anche se ci si sente come Davide contro Golia, è possibile emergere e far sentire la propria voce. I riflettori sono puntati su di lei e sul suo lavoro, e il mondo del cinema attende con ansia di vedere quali saranno i prossimi sviluppi per questa regista che, con coraggio e audacia, sta scrivendo la sua storia.
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