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Da invisibili a protagonisti: 14 senza fissa dimora si esibiscono sul palco

L’atmosfera nel CineTeatro Colosseum era carica di emozione e attesa ieri sera, quando si è svolta la rappresentazione di “Mai capitato al mondo”. Questo spettacolo teatrale ha catturato l’attenzione del pubblico, non solo per la qualità della performance, ma soprattutto per il messaggio potente e profondo che trasmette. Un gruppo di sette persone senza dimora, ora trasformati in attori e narratori delle loro storie, ha mostrato al pubblico un lato della vita che spesso viene ignorato o invisibilizzato dalla società.

L’evento è stato realizzato nell’ambito del progetto “Generazione Z”, un’iniziativa finanziata dall’assessorato regionale della Famiglia e promosso dalla Fondazione Don Calabria per il sociale. Questo progetto ha come obiettivo non solo l’inclusione sociale, ma anche la valorizzazione delle esperienze di vita delle persone coinvolte. Durante la serata, il pubblico ha potuto assistere a un mix di risate, emozioni e riflessioni, un cocktail unico che ha reso la serata indimenticabile.

un viaggio trasformativo

Il titolo dello spettacolo, scelto dai protagonisti stessi – Hamza Bhihi, Alessandro Raso, Giusy Milazzo, Nicola Oliveri, Liboria Nicoletti, Daniela Samperi e Nevena Simonsson – racchiude il senso di un percorso personale e collettivo. Questo viaggio è iniziato nell’ottobre 2023 con incontri settimanali, durante i quali i partecipanti hanno affrontato esercizi di mimica, prossemica e condivisione, sotto la guida esperta del regista Orazio Bottiglieri. In totale, quattordici persone hanno preso parte al progetto, ognuna con la libertà di scegliere il proprio ruolo, sia esso sul palco, dietro le quinte o come semplici osservatori.

il potere della narrazione

Marco Guttilla, responsabile del progetto, ha spiegato che “da invisibili ad attori” rappresenta un cambiamento significativo per queste persone. Le loro competenze e qualità dimostrano che, anche in condizioni di grande difficoltà, è possibile ricostruire una vita attraverso relazioni, desideri e creatività. Guttilla ha sottolineato che questo percorso è parte di una ri-costruzione più ampia, quella dell’autonomia e di una vita indipendente, incentrata sulle relazioni umane.

Orazio Bottiglieri ha aggiunto che “dopo sei mesi di lavoro, andiamo in scena con uno spettacolo che a Palermo non si era mai visto”. La performance ha presentato storie di vita quotidiana, di lotta e di resilienza, mostrando come persone che un tempo dormivano per strada possano ora regalare al pubblico una narrazione emozionante e profonda.

l’impatto sulla comunità

Il progetto “Generazione Z” non si limita a formare attori, ma ha anche un impatto significativo sulla comunità. La rappresentazione teatrale ha coinvolto non solo i partecipanti, ma anche il pubblico, invitandolo a riflettere sulle proprie percezioni e pregiudizi riguardo alle persone senza dimora. L’inclusione di storie reali e autentiche ha permesso di avvicinare il pubblico a una realtà spesso distante e poco compresa.

Le esibizioni hanno dimostrato che l’arte può essere un potente strumento di cambiamento sociale, capace di abbattere le barriere dell’indifferenza e dell’ignoranza. Attraverso la narrazione delle proprie esperienze, i protagonisti hanno messo in luce le ingiustizie e le difficoltà che affrontano quotidianamente, ma hanno anche celebrato la loro forza e resilienza.

Questa esperienza dimostra che l’arte non è solo intrattenimento, ma può anche essere un mezzo potente per la trasformazione sociale, capace di unire persone diverse e creare connessioni significative. La magia del teatro ha permesso a sette persone di riscoprire la propria dignità e di essere finalmente visibili agli occhi di una comunità che ha bisogno di ascoltare e comprendere.

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