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Cristicchi riscopre san francesco: una rivoluzione contemporanea

La figura di San Francesco d’Assisi continua a esercitare un fascino ineguagliabile su artisti, pensatori e cittadini comuni, nonostante i secoli trascorsi dalla sua vita. Questo straordinario Santo, noto per la sua umiltà e il suo amore per la natura, è al centro del nuovo spettacolo di Simone Cristicchi, intitolato “Franciscus – Il folle che parlava agli uccelli”. L’artista romano, che si esibirà in Sardegna dall’11 al 16 dicembre, ha scelto di affrontare la figura di Francesco non solo come un’icona religiosa, ma come simbolo di una rivoluzione interiore che risuona ancora oggi.

Un’indagine profonda sulla figura di Francesco

Cristicchi, noto per la sua capacità di mescolare musica e teatro, ha dichiarato che la sua opera non è una semplice biografia, ma piuttosto un’indagine profonda su ciò che San Francesco può insegnarci nel contesto attuale. “Quando ci si confronta con figure così estreme – afferma Cristicchi – si è costretti a fare i conti con la propria mediocrità”. Questa affermazione pone una domanda cruciale: siamo capaci di trasformare le nostre vite come ha fatto Francesco, abbandonando le convenzioni sociali per abbracciare un’esistenza più autentica?

Temi di rilevanza attuale

Nel suo spettacolo, Cristicchi esplora temi di grande rilevanza, come:

  1. La povertà: per Francesco, non era solo una scelta di vita, ma un modo per liberarsi del superfluo e ritrovare un legame genuino con il mondo e le sue creature.
  2. Il cambiamento interiore: l’artista romano sottolinea l’importanza di “togliere il superfluo che appesantisce la nostra vita per spiccare il volo”.
  3. La crisi ambientale: il richiamo di Francesco alla bellezza della creazione è un messaggio che non possiamo ignorare.

In un’epoca in cui il consumismo e l’iperconnessione sembrano prevalere, il messaggio di Francesco assume un significato ancora più profondo, rappresentando una risposta alle sfide moderne.

La follia e la santità di Francesco

Un altro aspetto centrale nella rappresentazione di Cristicchi è la follia di Francesco. Inizialmente considerato un visionario, il Santo ha dovuto affrontare scetticismo e critiche. Questa dinamica tra santità e follia è un tema che Cristicchi trova particolarmente stimolante: “Qual è il confine tra santità e follia?”, si chiede l’artista. In un mondo in cui le voci di chi si discosta dal pensiero comune sono spesso silenziate, la figura di Francesco rappresenta un invito a riflettere sulla bellezza dell’autenticità e dell’originalità.

Nell’opera, Cristicchi interpreta non solo il ruolo di Francesco, ma anche quello di Cencio, un contemporaneo del Santo che mette in discussione le sue scelte. Queste due voci, una favorevole e l’altra contraria, creano un dialogo vibrante che invita lo spettatore a esplorare le diverse sfaccettature di un messaggio che, sebbene antico, rimane sorprendentemente attuale.

Un invito alla riflessione

Attraverso “Franciscus”, Cristicchi ci invita a riflettere su chi siamo e su come possiamo cambiare il mondo che ci circonda. La rivoluzione di San Francesco, quindi, non è solo un evento storico, ma un processo continuo che ci chiama a un rinnovamento interiore e a una maggiore consapevolezza ecologica. L’arte, in questo senso, diventa un potente strumento di trasformazione sociale e personale, capace di ispirarci a vivere con autenticità e responsabilità.

Le esperienze di Cristicchi in Sardegna, come quelle vissute nella Valle della Luna e alle Piscine di Baunei, hanno contribuito a formare la sua visione artistica e spirituale. Queste esperienze personali arricchiscono ulteriormente la sua opera, rendendola non solo un tributo a Francesco, ma anche un viaggio di scoperta per chi la guarda.

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