Venticinque anni dalla morte di Bettino Craxi rappresentano un periodo significativo per riconsiderare la figura di questo controverso politico italiano. Non solo è stato l’ultimo leader della Prima Repubblica, ma anche un protagonista di un’epoca che ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva degli italiani. Morì il 19 gennaio 2000, ad Hammamet, mentre il “secolo breve” volgeva al termine. La sua vita e la sua carriera politica sono state oggetto di innumerevoli analisi, documentari e film. Quest’anno, in occasione dell’anniversario della sua morte, arrivano in libreria nuovi saggi che contribuiscono a riaccendere il dibattito sulla sua figura.
i nuovi saggi su craxi
Due volumi di particolare rilievo sono quelli di Aldo Cazzullo e Massimo Franco, entrambi in uscita il 14 gennaio. Cazzullo, nel suo libro “Craxi. L’ultimo vero politico” (Rizzoli, 28 pp., 25 euro), parte dalla fine: la malattia di Craxi, il suo disperato intervento chirurgico, la morte e il funerale. Attraverso un racconto illustrato arricchito da foto inedite e aneddoti poco noti, il giornalista offre un ritratto complesso di un uomo che ha suscitato passioni contrastanti. Craxi è stato visto come un capro espiatorio della stagione del malaffare, ma anche come un esiliato illustre, un giovane militante che ha scalato i vertici del potere. La narrazione di Cazzullo riesce a ritrarre la parabola umana e politica di Craxi, riportando alla luce quel nodo mai sciolto della fine della Prima Repubblica.
il fantasma di hammamet
Massimo Franco, dal canto suo, affronta la questione in “Il fantasma di Hammamet. Perché l’ombra di Bettino Craxi incombe ancora sull’Italia” (Solferino, 224 pp., 18,90 euro). Il libro si apre con il luogo del suo esilio, una villa in Tunisia, che diventa una sorta di metafora della fine della Prima Repubblica e delle sue “scorie mai del tutto smaltite”. Franco propone una rilettura degli eventi che hanno caratterizzato quel periodo, invitando i lettori a riflettere sul complesso rapporto tra politica e magistratura. La sua analisi, che parte dalle testimonianze dirette raccolte nel 1995 durante il periodo di latitanza di Craxi, si allarga a considerare le ipocrisie e le trame inconfessate che hanno unito la Prima e la Seconda Repubblica. La figura di Craxi, in questo contesto, emerge come un fantasma che continua a influenzare la politica italiana, un’eredità che il paese potrà affrontare solo quando sarà in grado di fare i conti con il proprio passato.
lettere di fine repubblica e memorie familiari
Accanto a questi saggi, il 17 gennaio uscirà un altro libro significativo, “Bettino Craxi – Lettere di fine Repubblica” (Baldini+Castoldi, 288 pp., 19 euro). Questo volume non è semplicemente una biografia, ma una raccolta di lettere scritte da Craxi durante un periodo cruciale che va dalla fine degli anni ’80 fino al suo esilio. Curato da Andrea Spiri, dottore di ricerca in Storia politica, il libro offre uno spaccato inedito delle relazioni di Craxi con alcuni dei più importanti protagonisti della scena politica contemporanea. Attraverso queste lettere, il lettore può cogliere non solo il pensiero politico di Craxi, ma anche la sua visione del mondo in un’epoca di cambiamenti radicali.
Infine, il memoriale “All’ombra della storia. La mia vita tra politica e affetti” (Piemme, 192 pp., 18,90 euro), scritto da Stefania Craxi, primogenita dell’ex segretario del PSI, offre una prospettiva personale e intima sulla figura del padre. Stefania racconta di una vita familiare in cui la politica occupava un posto centrale, intrecciando esperienze personali a momenti significativi della storia repubblicana. La sua narrazione evidenzia come Craxi abbia influenzato non solo il panorama politico italiano, ma anche la vita privata dei suoi familiari. “Bettino Craxi faceva ombra”, scrive Stefania, “a leader nazionali e internazionali, figuriamoci a una ragazzina innamorata di quel padre straordinario e difficilissimo”. Le sue parole rivelano un legame profondo e complesso, un “respiro lungo della storia” che continua a farsi sentire.
Questi nuovi titoli offrono spunti di riflessione su una figura che, nonostante il tempo trascorso, rimane centrale nella narrazione della politica italiana. Con l’avvicinarsi del venticinquesimo anniversario della sua morte, l’eredità di Bettino Craxi continua a sollevare interrogativi e dibattiti, stimolando una rilettura critica del nostro passato e del presente politico.