Controlli del Fisco: spunta la via legale per ridurre gli anni che possono verificare

Novità per quanto riguarda i controlli del Fisco. Adesso spunta la via legale in grado di ridurre gli anni per le verifiche: come fare. 

Quando si parla di controlli fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate, la durata dell’accertamento dipende da diversi fattori, inclusa la tipologia di dichiarazione e la natura delle violazioni riscontrate. Per comprendere a fondo questi aspetti, è utile esplorare le diverse categorie di controlli e le possibilità di ridurre i tempi di accertamento.

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Con questa via legale riduci gli anni per i controlli – Credits: Ansa Foto – Arabonormannaunesco.it

Generalmente, l’Agenzia delle Entrate ha un termine di 5 anni per effettuare i controlli sulla dichiarazione dei redditi. Questo periodo è legato al tempo di conservazione della documentazione fiscale, che è di 5 anni. Se il controllo riguarda spese non dichiarate o documentazione incompleta, l’agenzia può estendere il periodo di accertamento fino a 8 anni. Adesso però spunta la via legale per accorciare tutti questi tempi di attesa. 

Controlli del Fisco, così riduci tutti i tempi: come sarà possibile rimediare legalmente 

I controlli fiscali effettuati dall’Agenzia delle Entrate possono durare diversi anni, ma esistono modalità per ridurre questi tempi. La legge prevede la possibilità di ottenere una riduzione dei termini di accertamento, ma è necessario rispettare specifiche condizioni. Il Decreto Legislativo n. 127 del 2015 stabilisce le basi per la riduzione dei termini di accertamento, come descritto nell’articolo 3. Questa normativa prevede una riduzione di due anni per i soggetti che rispettano le disposizioni relative alla tracciabilità dei pagamenti.

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Come ridurre gli anni per i controlli del Fisco – Credits: Ansa Foto – Arabonormannaunesco.it

I contribuenti devono garantire la tracciabilità delle operazioni superiori ai 500 euro, come indicato dal decreto. Inoltre è importante notare che tale riduzione non si applica a tutti i soggetti, in particolare quelli che effettuano operazioni specifiche indicate nell’articolo 22 del DPR n. 633 del 1972, a meno che non abbiano scelto l’opzione prevista dall’articolo 2 del decreto. Per ottenere la riduzione del termine di accertamento di due anni, è fondamentale effettuare e ricevere pagamenti utilizzando strumenti finanziari tracciabili. In particolare, il Decreto Ministeriale del 4 agosto 2016 specifica che i pagamenti devono essere eseguiti tramite: bonifico, carta di debito o assegno bancario.

Il decreto stabilisce che la riduzione non è applicabile se il contribuente ha effettuato anche un solo pagamento utilizzando modalità diverse da quelle sopra indicate per ogni periodo d’imposta. L’Agenzia delle Entrate, con la risposta all’interpello n. 404 del 2 agosto, ha chiarito ulteriori dettagli riguardo ai pagamenti tracciabili. È possibile beneficiare della riduzione dei termini di accertamento anche se i pagamenti sono effettuati tramite strumenti considerati assimilabili a quelli elencati dal decreto, purché soddisfino i requisiti di tracciabilità.

Per beneficiare di una riduzione dei tempi di accertamento, è cruciale adottare metodi di pagamento tracciabili per tutte le transazioni superiori ai 500 euro. Se si hanno dubbi o si necessita di ulteriori chiarimenti, è consigliabile consultare un esperto fiscale o contattare direttamente l’Agenzia delle Entrate.

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