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Confindustria catania lancia l’allerta: il futuro è in pericolo senza decontribuzione

L’abrogazione della Decontribuzione Sud, prevista nel Disegno di Legge di Bilancio 2025, ha generato un forte allarme tra gli operatori economici e le istituzioni del Mezzogiorno d’Italia. Confindustria Catania ha lanciato un appello accorato, evidenziando l’importanza di questa misura per sostenere l’occupazione e la crescita delle aziende nella regione. La presidente dell’associazione, Cristina Busi Ferruzzi, ha espresso preoccupazione, definendo la fine della Decontribuzione Sud come un “colpo durissimo” per il tessuto produttivo meridionale.

l’importanza della decontribuzione sud

La Decontribuzione Sud è stata introdotta per incentivare l’occupazione nelle regioni meridionali, dove il tasso di disoccupazione è storicamente più elevato rispetto al resto del paese. Secondo i dati dell’INPS, nel 2023 questa misura ha interessato circa 3 milioni di lavoratori, con due terzi dei contratti a tempo indeterminato. Questo strumento ha contribuito non solo alla stabilizzazione dell’occupazione, ma anche all’apertura di nuove opportunità lavorative, fungendo da sostegno per le aziende che desiderano investire in formazione, innovazione e tecnologie.

le preoccupazioni per il futuro

“Non possiamo permettere che questa decisione vanifichi gli sforzi fatti”, ha ribadito Busi Ferruzzi, evidenziando il rischio di una nuova emorragia di posti di lavoro nel Meridione. La sua preoccupazione è condivisa da molti esperti e operatori del settore, che vedono nell’abrogazione della decontribuzione una minaccia diretta alla ripresa economica già fragile delle regioni del Sud. Raffaele Fitto, ex ministro per il Sud e la Coesione, oggi vicepresidente della Commissione europea, aveva già sollevato l’allerta in passato, ottenendo una proroga per l’incentivo. Attualmente, Confindustria Catania si rivolge al governo affinché consideri la necessità di ulteriori misure per proteggere il mercato del lavoro meridionale.

misure attuali e necessità di cambiamento

L’attuale legge di Bilancio prevede due misure destinate al Sud:

  1. Proroga del credito d’imposta nella Zes unica fino a novembre 2025.
  2. Alcune agevolazioni per l’occupazione.

Tuttavia, queste soluzioni, pur riconoscendo gli sforzi del governo, non risultano sufficienti a garantire un sostegno strutturale per gli investimenti e l’occupazione. Inoltre, la riduzione delle risorse destinate al Mezzogiorno preoccupa ulteriormente. Uno studio della Svimez ha evidenziato che nel triennio 2025-2027 le risorse per le misure a favore del Sud potrebbero subire un taglio di ben 5,3 miliardi di euro.

“Un taglio così drastico sarebbe inaccettabile”, ha affermato Busi Ferruzzi, sottolineando che non è possibile sostenere il Mezzogiorno attraverso la diminuzione delle risorse disponibili. L’appello è chiaro: è necessario un impegno concreto e continuo per evitare un crollo economico che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’intera area.

Confindustria Catania ha proposto di riconsiderare l’eliminazione della Decontribuzione Sud, suggerendo un approccio graduale che preveda una riduzione dell’agevolazione al 20% dal 2025 al 2027 e al 10% per il biennio 2028-2029. Inoltre, si richiede di legare l’incentivo agli investimenti nelle missioni strategiche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), come la digitalizzazione e la transizione ecologica. Questi settori rappresentano non solo un’opportunità per l’innovazione, ma anche una necessità per garantire la competitività delle imprese meridionali.

“Non chiediamo assistenzialismo, ma strumenti che ci permettano di competere”, ha concluso la presidente. Questo richiamo alla responsabilità è emblematico dell’attuale situazione economica del Mezzogiorno, dove le imprese, pur mostrando la volontà di fare la loro parte, si trovano di fronte a sfide sempre più complesse. La speranza è che il governo comprenda l’importanza di investire nel futuro delle regioni meridionali, affinché possano continuare a contribuire attivamente al progresso economico dell’intero paese. Misure mirate e durature sono essenziali per garantire un futuro prospero e sostenibile per il Mezzogiorno e le sue imprese.

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