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Concorso assistenti sociali a palermo e monreale: la battaglia legale è alle porte

Il concorso per assistenti sociali indetto dai Comuni di Palermo e Monreale ha scatenato un acceso dibattito, a seguito di irregolarità segnalate dai candidati. La prova scritta, che si è svolta il 6 novembre presso l’Università di Palermo, ha visto la partecipazione di 635 concorrenti, con l’assegnazione di 30 posti a tempo pieno e indeterminato a Palermo e tre a Monreale. Nonostante le aspettative elevate, lo svolgimento dell’esame ha lasciato molti con l’amaro in bocca.

Irregolarità nelle domande del concorso

Il bando pubblicato a giugno delineava chiaramente le materie su cui si sarebbero dovute basare le domande, tra cui servizio sociale, psicologia di comunità, pedagogia generale, diritto pubblico, diritto amministrativo e diritto degli enti locali. Tuttavia, i candidati hanno lamentato domande non pertinenti. Carmelo Mancuso, uno dei partecipanti, ha evidenziato che molte domande riguardavano la psicologia sociale, non prevista dal bando. Ha dichiarato: “Abbiamo trovato domande su esperimenti e casi specifici che ci hanno colto impreparati. Questa anomalia è stata confermata da un parere tecnico che presenteremo ai nostri avvocati”.

Problemi nelle modalità di svolgimento

Oltre alle domande inadeguate, anche le modalità di svolgimento della prova hanno sollevato preoccupazioni. Mancuso ha raccontato di un ritardo di tre ore all’inizio dell’esame e della mancanza di un assistente sociale nella commissione. Inoltre, non sono stati effettuati controlli adeguati per garantire che i candidati non utilizzassero dispositivi elettronici. Alcuni concorrenti sono stati sorpresi con cellulari e smartwatch, ritirati solo un’ora dopo l’inizio della prova. Mancuso ha commentato: “In 51 anni di vita e diversi concorsi alle spalle, non mi era mai capitato di assistere a una situazione simile”.

Richieste di chiarimenti e malcontento

Le anomalie non si fermano qui. Al termine della prova, i candidati non hanno potuto sigillare i plichi contenenti le loro risposte, ma è stato apposto un codice a barre adesivo, sollevando ulteriori dubbi sulla correttezza delle procedure. Mancuso ha affermato: “Sono pronto ad accettare di non rientrare in graduatoria, ma solo se le regole sono state rispettate”. Anche Eliana Manzella, un’altra candidata, ha espresso la sua delusione, sottolineando che non c’erano domande pertinenti per la figura professionale di assistente sociale.

La situazione ha attirato l’attenzione della politica. Concetta Amella, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, ha presentato un’interrogazione ufficiale al sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, chiedendo chiarimenti su quanto accaduto. Ha evidenziato che “la metà delle domande era sbilanciata su materie psicologiche, mentre non vi erano domande sui fondamenti del servizio sociale”.

In un contesto in cui la professione di assistente sociale è fondamentale, è cruciale che le procedure di selezione siano trasparenti e giuste. Le aspettative erano alte, dato che da tempo non si svolgevano concorsi simili a Palermo, e ora molti si sentono traditi da un sistema che dovrebbe garantire equità e meritocrazia.

In attesa di sviluppi e di eventuali ricorsi, la questione rimane aperta. La richiesta di un’indagine interna per accertare eventuali responsabilità e l’eventuale annullamento della prova scritta sono temi di grande rilevanza. La comunità degli assistenti sociali e i candidati coinvolti sperano che le loro preoccupazioni vengano ascoltate e che vengano adottate misure appropriate per garantire la correttezza delle future selezioni.

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