Un evento senza precedenti ha scosso il Mediterraneo nel 2023: il sequestro record di cinque tonnellate di cocaina a Porto Empedocle, in Sicilia. Questo colossale carico di droga, che poteva fruttare circa un miliardo di euro, è stato uno dei più grandi mai registrati in Italia e ha portato a un’inchiesta che ha messo in luce un complesso e pericoloso traffico internazionale di stupefacenti.
L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Palermo, che ha bloccato il passaggio della cocaina dalla nave Plutus, battente bandiera di Palau, al motopeschereccio Ferdinando D’Aragona. Grazie all’intervento tempestivo delle autorità, è stato possibile fermare l’operazione di smistamento della droga e arrestare i membri dell’equipaggio coinvolti. Questo colpo inferto ai narcotrafficanti ha avuto un impatto significativo, non solo sul mercato della droga, ma anche sulla sicurezza e la giustizia in Italia.
Le condanne per traffico internazionale di stupefacenti
Il giudice per le indagini preliminari (GIP) di Palermo, Marco Gaeta, ha emesso le condanne in primo grado per traffico internazionale di stupefacenti. Le pene inflitte sono state le seguenti:
- Viktor Dyachenko (capitano della nave Plutus) – 16 anni
- Vincenzo Catalano (comandante del peschereccio Ferdinando D’Aragona) – 16 anni
- Tre membri dell’equipaggio – condanne tra i 12 e i 14 anni:
- Kamel Thamlaoui (tunisino, 53 anni) – 14 anni
- Elvis Lleshaj (albanese) – 12 anni
- Samj Mejri (tunisino) – 12 anni
Oltre alle pene detentive, il giudice ha stabilito multe significative: 100.000 euro per i comandanti e 80.000 euro per i membri dell’equipaggio. Una volta scontata la pena, il GIP ha ordinato l’espulsione dall’Italia per i condannati, evidenziando l’intento delle autorità di combattere in modo deciso il traffico di droga e di proteggere il territorio nazionale da influenze criminali esterne.
L’indagine e il percorso della cocaina
L’indagine che ha portato a questo epocale sequestro è stata condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Gli investigatori hanno ricostruito con precisione il percorso della cocaina, che era partita nel mese di giugno da Santo Domingo, passando per Trinidad e Tobago e successivamente nel porto di Las Palmas, alle Canarie. Questo tragitto dimostra l’ampiezza e la complessità delle reti di traffico di droga che operano nel Mediterraneo.
Dopo aver lasciato Las Palmas il 7 luglio, la nave Plutus ha attraversato lo stretto di Gibilterra e ha raggiunto il Canale di Sicilia, dove aspettava l’arrivo del motopeschereccio Ferdinando D’Aragona, salpato dalle coste calabresi. Una volta completato il trasferimento del carico di droga, la nave avrebbe tentato di riprendere il largo in direzione della Turchia, ma è stata bloccata dalle forze dell’ordine, segnando così un’importante vittoria nella lotta contro il narcotraffico.
L’impatto del sequestro sulla lotta al narcotraffico
Questo sequestro non solo rappresenta un duro colpo per le organizzazioni criminali operanti nel Mediterraneo, ma è anche un segnale forte dell’impegno delle autorità italiane nel contrastare il traffico di sostanze stupefacenti. La lotta contro la droga è una battaglia complessa e continua, richiedendo cooperazione internazionale e strategie efficaci per smantellare le reti di traffico e garantire la sicurezza dei cittadini.
In un contesto in cui il traffico di droga rappresenta una delle principali minacce alla sicurezza e alla salute pubblica, la risposta delle forze dell’ordine e della magistratura è fondamentale. Questo caso di Porto Empedocle è emblematico della determinazione delle autorità italiane nel combattere il crimine organizzato e nel proteggere il proprio territorio dai pericoli legati al narcotraffico. Il messaggio è chiaro: le istituzioni non si fermeranno di fronte a nulla per garantire la giustizia e la sicurezza del paese.