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Class action per risarcimento: parte la raccolta fondi per il ponte mancato

La recente sentenza del Tribunale delle Imprese di Roma ha scosso profondamente il fronte di coloro che si oppongono al controverso progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Con una decisione che ha dichiarato inammissibile l’azione inibitoria collettiva promossa da 104 cittadini, il tribunale ha inflitto una condanna alle spese di ben 340mila euro a favore della società Stretto di Messina, lasciando i ricorrenti in una situazione di grande difficoltà. Questa somma ha suscitato indignazione e sgomento tra gli attivisti del movimento “No Ponte”, che si sentono non solo penalizzati dal costo economico, ma anche intimiditi dalla minaccia legale che comporta.

la reazione del movimento no ponte

In una nota ufficiale, i rappresentanti del movimento hanno espresso la loro sorpresa per l’esito della sentenza, sottolineando la mancanza di chiarezza sui criteri di calcolo adottati per giungere a una cifra così elevata. “Una cifra enorme e priva di trasparenza”, affermano, evidenziando come questo macigno economico possa scoraggiare non solo chi ha intrapreso questa battaglia legale, ma anche chiunque si opponga al progetto del Ponte. Secondo loro, l’opera è da considerarsi “inutile, dannosa e priva di un progetto esecutivo credibile”, e l’assenza di una corretta valutazione dei costi e benefici è un aspetto che continua a pesare su un’iniziativa di tale portata.

la raccolta fondi come risposta

Per rispondere a questa sentenza e alle conseguenze economiche che ne derivano, il movimento No Ponte ha annunciato l’intenzione di avviare una raccolta fondi. L’obiettivo è duplice:

  1. Garantire il sostegno alle spese legali affrontate dai cittadini ricorrenti.
  2. Promuovere future azioni di opposizione al progetto del Ponte sullo Stretto.

“Nonostante il colpo subito, ribadiamo con forza la nostra determinazione a proseguire nella lotta contro il progetto del Ponte sullo Stretto”, hanno dichiarato gli attivisti.

il futuro del progetto e le iniziative in corso

La situazione attuale è complessa e pone interrogativi riguardo al futuro del progetto e alla sua sostenibilità. Negli anni, infatti, l’opinione pubblica si è dimostrata ampiamente contraria a quello che molti considerano uno spreco di risorse pubbliche. I fondi destinati alla costruzione del Ponte, sostengono i No Ponte, potrebbero essere utilizzati per opere ben più necessarie, come la costruzione di scuole, ospedali, strade e reti idriche, tutte opere fondamentali per il miglioramento della qualità della vita nei territori coinvolti.

In questo contesto, il movimento No Ponte non intende fermarsi. Hanno già pianificato iniziative di piazza per sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica e coinvolgere i cittadini in una battaglia che considerano cruciale non solo per l’ambiente, ma anche per il futuro economico e sociale della regione. Le azioni legali non sono l’unico strumento; la mobilitazione popolare e la creazione di una rete di solidarietà tra le diverse realtà locali sono elementi fondamentali della loro strategia.

La raccolta fondi diventa quindi un simbolo di resistenza, un modo per dimostrare che le comunità locali possono unirsi e combattere contro decisioni che percepiscono come ingiuste e dannose. Con il supporto della popolazione, i No Ponte puntano a raccogliere non solo risorse economiche, ma anche consapevolezza e solidarietà intorno a una causa che va oltre la semplice opposizione a un progetto infrastrutturale.

Mentre il dibattito sul Ponte sullo Stretto continua a infiammarsi, il movimento No Ponte si prepara a mobilitarsi con rinnovato vigore, accogliendo la sfida con determinazione e spirito di comunità. La loro lotta rappresenta una battaglia per il diritto di decidere il futuro del proprio territorio e per la salvaguardia dell’ambiente, un principio fondamentale su cui si fonda la loro azione.

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