Una rivelazione inattesa su Sinisa Mihajlovic a ridosso del match tra Bologna e Lazio in cui è stato nuovamente commemorato a un anno dalla scomparsa
Non un weekend banale in Serie A con diverse sfide importanti e una in particolare piuttosto suggestiva, per il carico di emozioni che si portava dietro. All’Olimpico di Roma si sono sfidate Lazio e Bologna, due tra le compagini cui la vita calcistica di Sinisa Mihajlovic è stata maggiormente legata.
In biancoceleste, il serbo aveva ottenuto grandi soddisfazioni da calciatore. Con i rossoblù, invece, ha compiuto un grande percorso in panchina. C’è stata naturalmente grande commozione allo stadio, con due tifoserie strette nel ricordo di un personaggio che ha dato tanto al mondo del calcio. E che purtroppo ci ha lasciato prematuramente ad appena 53 anni, spegnendosi a causa della leucemia.
Va avanti nel ricordo di Sinisa anche la sua famiglia, con la moglie Arianna e i figli che non smettono di pensare a lui ogni giorno e che traggono sempre grande forza da quella che è stata la sua voglia di lottare fino all’ultimo. In occasione dell’appuntamento dell’Olimpico, Arianna è stata intervistata da ‘Il Messaggero’, raccontando alcuni aspetti inediti legati a Mihajlovic e al periodo poco prima della sua morte, avvenuta il 16 dicembre 2022.
Mihajlovic, parla la moglie Arianna: cosa è successo quando ha lasciato il Bologna
Fino a pochi mesi prima della scomparsa, Mihajlovic aveva guidato il Bologna prima di essere esonerato e rimpiazzato da Thiago Motta. Un addio le cui modalità all’epoca avevano fatto discutere e su cui è tornata Arianna.
“Sinisa ci è rimasto male e non se lo aspettava, lo aveva anche detto – ha dichiarato – Voleva continuare a lottare, era l’unica strada che conosceva, non si sarebbe mai dimesso. E qui arriva una rivelazione che ha colpito tutti: “Il Bologna ha comunque fatto un gesto straordinario, onorando il suo stipendio fino alla fine del contratto. In quel momento, è stato un bene per me avere delle sicurezze. Nessuno mi ha dimenticato.”
C’è spazio per un pensiero dolce per il clima che si continua a respirare sia in Emilia che a Roma, nel ricordo di Sinisa: “Sono due ambienti speciali. A Bologna ho condiviso i momenti della malattia di Sinisa con gente meravigliosa. Ho chiuso con il calcio come reazione istintiva, ma un po’ mi manca...”