Posticipare la sveglia la mattina è un’azione che in molti compiono per concedersi qualche minuto in più di sonno, non sentendosi ancora pronti a uscire da sotto le lenzuola e iniziare la giornata. Si tratta però di una scelta sbagliata, con effetti negativi sulla salute. Ecco perché
Alzi la mano chi non ha mai sentito suonare la propria sveglia una mattina, allungato il braccio e toccato il pulsante che permette di posticiparla, così da poter restare ancora per qualche minuto sotto le lenzuola.
Diciamo la verità, si tratta di una scena che praticamente tutti abbiamo vissuto almeno una volta nella vita.
Non sentirsi ancora pronti per scendere dal letto e iniziare una nuova giornata è capitato a chiunque, motivo per cui, a volte, la sveglia viene posticipata, con effetti però negativi sulla salute.
Se anche voi siete una di quelle persone che alla mattina posticipano la sveglia di qualche minuto per concedersi un breve sonnellino extra, allora è bene che sappiate che questa pratica, apparentemente innocua, provoca invece effetti negativi sulla vostra salute.
Tornare subito a dormire per un breve lasso di tempo dopo essersi svegliati è infatti una pessima abitudine assieme all’acqua sul comodino, con danni per l’organismo.
A spiegarlo sono stati alcuni ricercatori dell’Università di Notre Dame, in Indiana, negli Stati Uniti d’America.
Secondo i loro studi, posporre la sveglia non facilita affatto il risveglio, anzi, lo rende soltanto ancora più traumatico del solito.
Intervistando 450 adulti, possessori di un lavoro a tempo pieno, i ricercatori statunitensi hanno provato a indagare quale fosse la durata della loro fase di sonno, oltre che la loro frequenza cardiaca.
Lo hanno fatto servendosi dell’aiuto di alcuni dispositivi indossabili, utili a rilevare proprio i parametri appena descritti.
Ciò che è emerso è che coloro che erano soliti posticipare la propria sveglia mostravano anche dei disturbi del sonno in una misura maggiore rispetto a chi si svegliava naturalmente (senza sveglia, ndr).
Non solo. I ricercatori hanno anche analizzato che, chi non utilizzava alcun tipo di allarme o sveglia per alzarsi, finiva per dormire più a lungo e ad assumere minori quantità di caffeina nelle ore seguenti.
Incrociando i dati ottenuti, gli analisti statunitensi sono quindi giunti alla conclusione che ritardare la sveglia alla mattina porti a interrompere i cicli naturali del sonno e a generare così la cosiddetta inerzia del sonno.
Parliamo di quella sensazione di intontimento tipica del risveglio mattutino e che, talvolta, può trascinarsi anche per l’intera giornata, finendo così con il compromettere le nostre facoltà cognitive e facendoci sentire sempre stanchi e insonnoliti.
Lo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Notre Dame è stato pubblicato sulla rivista di settore SLEEP, rivelando come la pratica di rimandare la sveglia sia davvero comune.
A spiegarlo è stato Aaron Striegel, Professore di informatica e ingegneria all’Università di Notre Dame:
“Sveglie e smartphone hanno tutti un pulsante per posticipare la sveglia stessa. Chi opera nell’ambito medico, generalmente è contrario alla pratica di concedersi un breve sonnellino subito dopo essersi svegliati la mattina, ma noi abbiamo notato che non esistevano degli studi con dati certi sul perché. Abbiamo allora fatto la nostra ricerca e ora abbiamo dei dati che dimostrano come questa pratica sia davvero comune a molti”.
A fornire ulteriori dettagli sullo studio effettuato è stato poi anche Stephen Mattingly, autore principale della ricerca:
“Quasi tutto ciò che sappiamo su questo tema lo abbiamo ricavato analizzando diversi dati relativi al sonno, allo stress e ai comportamenti correlati. Molte persone si concedono un sonnellino aggiuntivo alla mattina e risultano poi cronicamente stanche. I dati dimostrano che negli USA una persona su tre non dorme adeguatamente e ciò significa che molte persone sono costrette a rivolgersi ad altri mezzi per gestire la fatica”.
Andando ad analizzare quanto emerso dallo studio statunitense, un dato curioso è quello che riguarda le donne.
Tra le persone monitorate, quelle appartenenti al sesso femminile hanno mostrato il 50% in più di probabilità di posticipare la sveglia rispetto agli uomini.
“Abbiamo scelto di studiare un gruppo di persone in possesso di un lavoro fisso e con una paga certa, operanti da diversi anni nel settore lavorativo. Ciò che è emerso è che il 57% degli analizzati ha mostrato la tendenza a rimandare la sveglia alla mattina. Ovviamente parliamo di una statistica che rappresenta solo una piccola parte della popolazione. Non sappiamo quale sia il comportamento degli adolescenti o delle famiglie a basso reddito in questo caso. Esistono anche delle popolazioni che storicamente dormono meno di altre. I risultati che abbiamo ottenuto sono quindi una stima conservativa, rispetto a una popolazione decisamente più ampia”.
Ha aggiunto sempre Mattingly, alle cui parole si sono poi unite quelle del già citato Striegel:
“Uno degli obiettivi del nostro studio era quello di capire quanto la pratica di posticipare la sveglia sia davvero da evitare. È molto peggio che svegliarsi al primo suono della sveglia? Ciò che abbiamo capito è che posticipare la sveglia fa più male al nostro organismo che svegliarsi subito al suono dell’allarme impostato, ma il vero problema sta proprio nel dover impostare una sveglia per alzarsi la mattina. Ciò significa che il nostro sonno è disturbato”.
Quello che i ricercatori hanno constatato, infatti, è che, a mostrare una condizione di salute migliore tra i soggetti intervistati erano quelli che mostravano l’abitudine a svegliarsi naturalmente, senza l’aiuto di una sveglia.
“Quando riusciamo a dormire per tutto il tempo che vogliamo, il corpo nostro sperimenta una risposta allo stress prima di svegliarsi. Si tratta di una risposta fisiologica, che ci aiuta a svegliarci”.
Ha sottolineato Mattingly.
Interrompere i cicli naturali del sonno con il suono di una sveglia può quindi portare a peggiorare il sonno stesso, facendoci sentire più stanchi e intontiti.
“Quando ti svegli da una fase di sonno REM, il cervello si attiva per risultare completamente sveglio. I livelli ormonali che si raggiungono in questo momento sono sensibilmente diversi rispetto a quelli che si registrano quando si sta dormendo profondamente”.
Ecco perché, secondo i ricercatori, ciò che danneggia davvero il sonno non è tanto il posticipare la sveglia, bensì la necessità di dover impostare una sveglia per alzarsi.
Un risveglio innaturale che non fa bene al nostro organismo.
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