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Catania svetta nella classifica della tari: un report svela la verità sorprendente

Il Rapporto 2024 dell’osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanza Attiva ha messo in luce una realtà preoccupante per i cittadini di Catania, che si conferma come il capoluogo di provincia con la Tari più alta d’Italia, fissata a 594 euro annui per una famiglia tipo di tre persone. Questa cifra, invariata rispetto all’anno precedente, rappresenta una stabilità che non si traduce in un miglioramento per le famiglie locali.

Confronto con altre città italiane

Il confronto con altre città italiane è emblematico: la Tari di Catania è oltre tre volte superiore a quella di Trento, che si attesta a 183 euro, mostrando un lieve calo rispetto al 2023. Questa situazione evidenzia un problema più ampio riguardante la gestione dei rifiuti e i servizi pubblici in Sicilia e nel Sud Italia.

Analizzando i dati a livello nazionale, la media della Tari si colloca a 229 euro annui per famiglia, con un incremento del 2,6% rispetto all’anno precedente. In Sicilia, la tariffa media è di 390 euro, con una diminuzione dell’1,4% rispetto ai 396 euro del 2023. Nonostante questo calo, Catania continua a rappresentare un caso particolare, con un importo che grava pesantemente sul bilancio delle famiglie.

Situazione delle altre città siciliane

Il report evidenzia un dato preoccupante: sette delle dieci città capoluogo con le Tari più alte si trovano nel Sud Italia. Oltre a Catania, anche Trapani figura tra le più onerose con una Tari di 453 euro. Tuttavia, il calo più significativo della tassa si registra a Messina, dove si passa dai 453 euro del 2023 ai 318 euro di quest’anno, con un abbattimento percentuale del 29,8%. Questo suggerisce che ci sia spazio per miglioramenti anche a Catania, sebbene il cambiamento sia lento da realizzare.

Ecco un riepilogo delle Tari nelle città siciliane:

  1. Catania: 594 euro
  2. Trapani: 453 euro
  3. Agrigento: 428 euro (+0,4%)
  4. Caltanissetta: 331 euro (+24,1%)
  5. Enna: 266 euro (-1,4%)
  6. Palermo: 335 euro (+6,7%)
  7. Ragusa: 389 euro (-2,5%)
  8. Siracusa: 398 euro (-3,6%)

Raccolta differenziata e sfide future

Un aspetto correlato alla Tari è la percentuale di raccolta differenziata, che in Sicilia è salita al 51,5%, ma rimane lontana dalla media nazionale del 65,2%. Le città di Palermo e Catania, in particolare, si trovano molto al di sotto della soglia del 50% stabilita come obiettivo nel 2009. A Palermo, la raccolta differenziata si attesta al 15,6%, mentre a Catania si ferma al 22%. Questi numeri evidenziano inefficienze nella gestione dei rifiuti e una scarsa sensibilità ambientale, con potenziali ripercussioni sulla salute pubblica e sull’ambiente.

Il report di Cittadinanza Attiva mette in luce anche anomalie rispetto agli aumenti della Tari: 83 città capoluogo hanno visto un incremento della tassa, con Caltanissetta in cima alla lista con un aumento del 24,1%, seguita da Aosta con un +20,03%. Questi aumenti pongono interrogativi sulle politiche di gestione dei rifiuti e sull’efficacia delle amministrazioni locali nel garantire un servizio adeguato ai cittadini.

In un contesto in cui la Tari continua a gravare sulle famiglie, diventa fondamentale che le amministrazioni comunali adottino strategie più efficaci per la gestione dei rifiuti e la promozione della raccolta differenziata. Le sfide sono molteplici e richiedono un impegno congiunto da parte delle istituzioni, dei cittadini e delle associazioni per migliorare la situazione attuale e garantire un futuro più sostenibile.

Le analisi di Cittadinanza Attiva non si limitano a fornire dati, ma rappresentano un invito all’azione per tutti gli attori coinvolti nella gestione dei servizi pubblici. È essenziale che si faccia fronte comune per affrontare le problematiche legate alla tassazione sui rifiuti, migliorando la qualità dei servizi e, di conseguenza, la vita dei cittadini.

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