Catania, una delle città più vivaci e tradizionali della Sicilia, ha recentemente assistito a un’importante operazione di polizia che ha messo in evidenza le problematiche legate alla vendita di alimenti e l’importanza della tracciabilità e della salute pubblica. Durante un controllo alla fiera settimanale conosciuta come “fera ‘o luni”, situata in piazza Carlo Alberto, gli agenti hanno sequestrato una tonnellata e mezzo di frutta e ortaggi a causa della mancanza di documentazione e tracciabilità dei prodotti venduti.
La scena si è svolta in un contesto di intensa attività di controllo da parte delle forze dell’ordine. Quando un venditore si è accorto della presenza della polizia, ha cercato di fuggire, abbandonando una grande quantità di frutta e ortaggi, che, sebbene potenzialmente idonei al consumo umano, non erano accompagnati da alcuna certificazione. La frutta sequestrata, di origine incerta, è stata successivamente donata alla Caritas, per garantire che non andasse sprecata e potesse essere utilizzata a favore di chi ne ha più bisogno.
L’operazione, disposta dal Questore di Catania, ha visto coinvolti diversi reparti di polizia, tra cui:
Inoltre, una squadra ispettiva composta da ufficiali della Capitaneria di Porto, agenti del Corpo Forestale dello Stato e medici del Servizio Veterinario ha partecipato per garantire il rispetto delle normative riguardanti la vendita di alimenti e la loro genuinità.
Durante i controlli, sono state identificate 30 persone, di cui 12 già note alle forze dell’ordine. Il Corpo Forestale ha sanzionato cinque venditori di prodotti ittici e ortofrutticoli per la mancanza di tracciabilità, con multe totali superiori a 7.500 euro. La Capitaneria di Porto ha redatto sei verbali di contestazione, tra cui uno riguardante la vendita di prodotti ittici pescati in zone vietate, sanzionato con 2.000 euro.
In particolare, la verifica di due locali adibiti a deposito di pesce e prodotti ortofrutticoli ha rivelato gravi carenze igienico-sanitarie, portando alla chiusura immediata dei locali. La mancanza di requisiti igienico-sanitari e l’assenza di misure contro l’intrusione di insetti o animali hanno evidenziato un concreto rischio per la salute pubblica.
Nonostante le irregolarità riscontrate, i prodotti ortofrutticoli sono stati giudicati idonei e donati a causa della loro buona condizione, sebbene privi di tracciabilità. Questo gesto ha rappresentato una valida soluzione per evitare lo spreco di cibo e supportare le persone in difficoltà. Inoltre, la Polizia Locale “Annona” ha contestato ulteriori sanzioni per oltre 8.000 euro, sottolineando l’importanza di rispettare le normative vigenti in materia di sicurezza alimentare.
L’operazione ha messo in luce non solo le problematiche legate al commercio informale, ma anche l’impegno delle autorità locali nel garantire la sicurezza alimentare e la tutela della salute pubblica. In un contesto in cui il consumo di prodotti freschi è fondamentale, è essenziale mantenere un equilibrio tra tradizione e sicurezza, assicurando che i mercati rimangano spazi di incontro e commercio legale e sicuro.
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