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Catania accoglie la prima casa famvin per padri in difficoltà

Nella storica città di Catania, un’iniziativa significativa sta prendendo forma per offrire sostegno ai papà in difficoltà. In occasione della Giornata mondiale dei Poveri, Papa Francesco ha benedetto tredici chiavi in bronzo, simbolo di un progetto ambizioso chiamato “13 Case“. Questa iniziativa, promossa dall’Alleanza della famiglia Vincenziana (FamVin) e dalle persone senza dimora (Fha), rappresenta un’importante risposta alle crescenti difficoltà che molti genitori stanno affrontando, in particolare in un periodo di crisi economica e sociale.

La casa “Abbà Padre” e il suo significato

La prima casa di questo progetto, denominata “Abbà Padre“, sarà realizzata proprio a Catania e si inserisce nell’Anno Giubilare 2025, il cui motto è “Pellegrini di Speranza“. Questo motto non è solo una frase di circostanza, ma rappresenta un invito a tutti noi a riflettere sulla condizione di chi vive una vita ai margini della società. L’intento è quello di fornire un aiuto concreto alle famiglie che si trovano in situazioni di vulnerabilità, in linea con il carisma vincenziano che da sempre si spende per i più deboli.

La tradizione e il numero 13

La scelta del numero 13 non è casuale. La tradizione vuole che San Vincenzo de’ Paoli, fondatore della congregazione delle Figlie della Carità, avesse destinato una parte di una sua eredità per acquistare 13 case da destinare a chi ne aveva bisogno. Questo gesto caritatevole mirava a reintegrare le persone nella società, permettendo loro di ricostruire le proprie vite e, una volta raggiunta la stabilità, di lasciare queste case ad altri in difficoltà. Da qui nasce la “Campagna 13 Case“, che dal 2018 ha già aiutato oltre 10.000 persone in 70 Paesi nel mondo, con l’obiettivo di espandere ulteriormente il proprio raggio d’azione durante l’Anno Giubilare.

Un luogo di rinascita

La nuova struttura “Abbà Padre” non sarà un semplice rifugio, ma un luogo di rinascita. Sarà parte integrante del progetto più ampio dell’Agorà della Carità, che ha origine dalla Locanda del Samaritano, un’organizzazione da sempre attenta alle esigenze dei più vulnerabili. L’Agorà sorgerà grazie alla generosità delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, che hanno messo a disposizione un’area di 5.000 metri quadrati nel cuore di Catania. Questo spazio, già parzialmente utilizzato per accogliere donne vittime di violenza e persone senza dimora, rappresenta un’opportunità straordinaria per ampliare le strutture di ospitalità e reintegrazione sociale.

Padre Mario Sirica, direttore della Locanda del Samaritano, sottolinea l’importanza di questo progetto: “L’Agorà sarà un luogo dove le persone potranno riscoprire la loro dignità e ritrovare la speranza. Non si tratta solo di offrire un tetto, ma di creare occasioni di rinascita”. Questa visione implica che l’Agorà della Carità non sarà solo un luogo di transito, ma un vero e proprio centro di attività, laboratori e percorsi formativi, dove i residenti potranno sviluppare competenze e ricevere supporto per reintegrarsi nel mondo del lavoro.

Un progetto inclusivo

Il progetto è pensato per accogliere diverse categorie di persone, tra cui:

  1. Padri separati che hanno perso il lavoro e la casa
  2. Donne con bambini in fuga dalla violenza
  3. Giovani senza prospettive
  4. Familiari di pazienti oncologici in cerca di un luogo dove poter sostare

L’obiettivo non è solo quello di fornire un rifugio temporaneo, ma di instaurare un percorso di crescita e di supporto, affinché ognuno possa ricostruire una vita dignitosa.

In un’epoca in cui le disuguaglianze sociali sono sempre più evidenti, iniziative come “Abbà Padre” si rivelano fondamentali. La risposta a queste sfide non può venire soltanto dalle istituzioni, ma richiede un impegno collettivo da parte della società civile e delle organizzazioni non profit. La solidarietà diventa quindi un valore imprescindibile, un modo per rispondere alle esigenze di chi vive in condizioni di precarietà.

In conclusione, l’apertura della casa “Abbà Padre” a Catania rappresenta una luce di speranza per molti, un simbolo di come l’amore e la solidarietà possano trasformare vite e comunità. La sfida è grande, ma con l’impegno e la dedizione di tutti, è possibile costruire un futuro migliore per le famiglie in difficoltà.

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