La recente mostra “Il Tempo del Futurismo” presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (GNAM-C) di Roma ha scatenato un acceso dibattito riguardo ai dati dei visitatori, che secondo le dichiarazioni ufficiali supererebbero le 80.000 unità. Tuttavia, il noto storico dell’arte Giancarlo Carpi ha sollevato interrogativi critici sulla veridicità di tali affermazioni, definendole “inverificabili”. Questo articolo esplorerà le problematiche sollevate da Carpi, evidenziando l’importanza di una corretta gestione delle informazioni nelle mostre d’arte.
le problematiche legate alla biglietteria
Secondo Carpi, il problema principale risiede nel fatto che non esiste un sistema di biglietteria specifico per la mostra, ma solo un ingresso generale per l’intera Galleria. Questo rende impossibile determinare quanti visitatori siano effettivamente interessati alla mostra dedicata al Futurismo. Inoltre, Carpi ha notato che le dichiarazioni sul numero di visitatori sono imprecise e vaghe, rendendo difficile stabilire un confronto affidabile con altre esposizioni.
errori nel catalogo e nelle didascalie
Le incongruenze non si fermano ai numeri, ma si estendono anche al catalogo dell’esposizione e alle didascalie delle opere. Carpi, che inizialmente era stato coinvolto nel Comitato Scientifico della mostra, è stato successivamente estromesso dal gruppo di lavoro. Durante una sua recente visita, ha rilevato gravi errori e imprecisioni, tra cui:
- L’opera “Diavoli” di Nanni Balestrini è stata rimossa dall’allestimento.
- Al suo posto, è stata esposta “Il mio tormento è il loro mito” di Lamberto Pignotti, un’opera non presente fino a poco tempo fa.
- Il catalogo ha riprodotto entrambe le opere, ma non sono mai state esposte insieme.
Queste discrepanze sollevano interrogativi sull’affidabilità delle informazioni fornite al pubblico.
la questione delle didascalie e delle attribuzioni
Carpi ha denunciato la presenza di informazioni “scientificamente fuorvianti” e ha sottolineato che le correzioni suggerite da esperti non sono state apportate. Tra le principali criticità segnalate ci sono:
- Le date errate di alcune opere, come “Béguinage” di Enrico Prampolini, erroneamente datata 1914.
- Gino Severini è stato erroneamente attribuito con “Dinamismo di forme luce nello spazio” datata 1912 anziché 1913-14.
- Discrepanze nelle attribuzioni, come nel caso di “Canto Patriottico in Piazza di Siena” di Giacomo Balla, datata erroneamente 1915.
Questa situazione ha suscitato un ampio dibattito tra studiosi e appassionati d’arte, ponendo l’accento sull’importanza di una corretta gestione delle informazioni in mostre di tale rilievo.
Le polemiche sollevate da Carpi non sono un caso isolato nel panorama delle esposizioni d’arte. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una crescente attenzione verso la necessità di standard elevati nella curatela e nella presentazione delle opere. È fondamentale che le istituzioni prendano sul serio le critiche e lavorino per migliorare la qualità delle loro esposizioni, sia per il bene dell’arte sia per la formazione del pubblico. La responsabilità di curare e presentare opere d’arte implica un impegno verso la verità e l’integrità, elementi essenziali per mantenere viva la passione per l’arte e la cultura.