Carolina Capria è una figura di riferimento nel panorama culturale italiano, riconosciuta non solo come scrittrice e sceneggiatrice, ma anche come attivista per i diritti delle donne. Da sei anni, attraverso il suo progetto ‘L’ha scritto una femmina’, Capria si dedica alla promozione della letteratura femminile, con l’obiettivo di ridare voce a narrazioni spesso trascurate. La sua passione per i libri si unisce alla consapevolezza che il riconoscimento delle voci femminili è fondamentale per combattere le discriminazioni e la violenza di genere.
L’importanza della voce femminile
L’intervista rilasciata all’ANSA da Carolina Capria, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, offre spunti di riflessione significativi. La scrittrice sottolinea che, storicamente, il silenzio ha caratterizzato la vita delle donne, sia sul piano politico che culturale. Le conquiste come il diritto di voto, la legalizzazione dell’aborto e la lotta contro il matrimonio riparatore sono il risultato di battaglie lunghe e complesse. Tuttavia, nonostante questi progressi, resta ancora molto lavoro da fare per garantire che le voci femminili siano ascoltate e valorizzate.
La letteratura come rifugio
Con il suo libro ‘Maestre. Disobbedire e ascoltare se stesse grazie a cinque scrittrici’, in uscita il 14 gennaio per HarperCollins, Capria esplora le opere di autrici storiche come Jane Austen e Goliarda Sapienza. L’idea centrale è che la letteratura può offrire un rifugio e una guida per le donne, permettendo loro di riconoscere e affermare il proprio valore. Uno dei progetti più significativi portati avanti da Capria è ‘Yes, all women’, attraverso il quale ha raccolto centinaia di testimonianze di molestie e violenze subite da donne in tutta Italia.
- Riconoscere schemi ricorrenti di abusi.
- Evidenziare le disparità di potere nelle situazioni di violenza.
- Criticare l’approccio attuale che chiede alle donne di denunciare senza fornire supporto.
Educazione e cambiamento sociale
La scrittrice invita a una riflessione profonda sulla struttura patriarcale della società, sottolineando che il cambiamento deve riguardare tanto gli uomini quanto le donne. Ammettere l’esistenza del patriarcato implica una responsabilità collettiva che va oltre le parole e richiede un’analisi critica dei comportamenti e delle norme sociali. Secondo Capria, le istituzioni non stanno affrontando la cultura dalla quale trae origine la violenza di genere. L’educazione rappresenta un punto cruciale: è fondamentale insegnare alle nuove generazioni a riconoscere e combattere gli stereotipi e i pregiudizi.
In questo contesto, Capria ha scritto diversi libri per giovani lettori, come ‘Femmina non è una parolaccia’ e ‘Io dico no agli stereotipi. 10 parole per capire il mondo’, con l’obiettivo di sensibilizzare i più piccoli. La sua esperienza la porta a concludere che i bambini, privi delle sovrastrutture degli adulti, sono in grado di comprendere concetti complessi come il consenso in modo naturale, se solo vengono stimolati a farlo.
In definitiva, l’opera di Carolina Capria è un invito a riconsiderare il ruolo della letteratura e della cultura nella lotta contro le disuguaglianze di genere. La sua determinazione a dare spazio alle voci femminili e a educare le nuove generazioni è un passo importante verso un futuro in cui la violenza di genere non abbia più spazio. La scrittrice continua a impegnarsi per un cambiamento reale, proponendo un modello di società in cui le donne possano finalmente essere ascoltate e rispettate.