Avete voglia di festeggiare il Carnevale in Sicilia? Ecco tutte le feste più belle da non perdere nell’isola
Dai villaggi più remoti alle metropoli più grandi e famose, il Carnevale rappresenta una festa celebrata in tutta Europa attraverso una varietà di eventi legati ad antiche usanze. Dietro le processioni di carri allegorici e personaggi mascherati, si celano antichi rituali e simboli pagani connessi al risveglio della natura e agli eccessi che caratterizzano questa festività nel nostro calendario. Il Carnevale in Italia è pertanto una tradizione che oggi affascina soprattutto i giovani, ma che in realtà affonda le sue radici in riti arcaici suggestivi, gli stessi che possono essere ancora osservati durante le celebrazioni più tradizionali. La Sicilia è una delle regioni del nostro Paese che dà più importanza a questa festa; infatti, sono tantissimi gli eventi che nelle prossime settimane andranno in scena nell’isola. Vediamo quali sono i più belli
Il Carnevale viene attualmente festeggiato nella settimana antecedente l’avvio della Quaresima. L’origine del termine deriva dal latino “carnem levare”, indicante il divieto ecclesiastico di consumare carne durante il periodo di penitenza della Quaresima, anch’esso ricco di peculiarità tradizionali. Il Carnevale, quindi, nasce come una celebrazione associata al divertimento, al travestimento e allo sfarzo, emersa come risposta al bisogno di evasione rispetto al periodo di penitenza e digiuno che segue la festività.
I siciliani, grandi amanti di questa festa, utilizzano alcuni detti popolari per celebrare il Carnevale: il primo è “Doppu li tri re, tutti olè”, che significa “Dopo i tre re, tutti in festa” e sottolinea il fatto che dopo l’Epifania inizia il Carnevale fino al Mercoledì delle Ceneri. Un altro famosisso è: “Natali e Pasqua ccu cu voi ma li sdirri falli ccu li toi” che significa “Natale e Pasqua con chi vuoi, ma l’ultimo giorno di Carnevale con i tuoi”, detto che richiama l’importanza di condividere il Carnevale con gioia insieme alla propria famiglia.
Vista l’importanza di questa festa in Sicilia, è bene aspettarsi che in ogni luogo di questa regione si festeggi alla grande, con celebrazioni a dir poco incredibili… ed è proprio così! Ecco quali sono le feste di Carnevale da non perdere in Sicilia.
Acireale, incantevole centro barocco situato a breve distanza da Catania, ospita ciò che è definito “Il Carnevale più bello di Sicilia”. La tradizione ebbe inizio nel XVI secolo, quando il lancio di uova marce e arance per le strade costituiva l’elemento principale di questa festività. Fortunatamente, questo “gioco” venne proibito agli inizi del 1700. Successivamente, emerse una maschera con tratti distintivi: l’Abbatazzu, noto anche come Pueta Minutizzu, che impersonava nobili o ecclesiastici. Portava con sé un imponente libro dal quale simulava la lettura mentre pronunciava battute gravi e satiriche. Nel corso del 1800, nacque la “cassariata”, ossia la parata delle carrozze dei nobili che gettavano sulla folla confetti multicolori. Nel 1880 furono costruiti i primi imponenti carri di cartapesta che attraversavano le strade della città. Ancora oggi, le meravigliose strade e piazze del centro storico fungono da scenario per uno spettacolo straordinario.
Sciacca, nella provincia di Agrigento, offre un Carnevale che sembra avere radici nei Saturnalia di cui abbiamo discusso in precedenza. Si sa con certezza che nel 1616 il viceré Ossuna decretò che per l’ultimo giorno di festa tutti avrebbero dovuto mascherarsi. Ai giorni nostri, fabbri, artigiani della cartapesta, artisti e coreografi dedicano mesi di lavoro all’organizzazione delle sfilate e alla creazione dei carri allegorici. Tutto ha inizio il Giovedì Grasso, quando Peppe ‘Nappa, il re del Carnevale, riceve simbolicamente le chiavi della città. Nel frattempo, carri grotteschi animano il centro storico e poeti travestiti recitano poesie satiriche siciliane. Pochi giorni dopo, il Martedì Grasso, il carro con la figura del re viene tradizionalmente bruciato, segnando così la fine del Carnevale e l’inizio della Quaresima.
Misterbianco, un comune molto vicino a Catania, ha una storia interessante legata alle origini del Carnevale. Si narra che fosse consuetudine per le “comari” incontrarsi il giovedì precedente al cosiddetto giovedì grasso per chiacchierare. Al crepuscolo, le giovani donne indossavano un mantello di raso nero e una maschera, dirigendosi poi in piazza. Lì eseguivano il tradizionale ballo del Carnevale e si divertivano a corteggiare i giovani scapoli innamorati. Oggi la festa si distingue per la magnificenza dei carri allegorici e la varietà dei costumi. Gli abiti, così unici e sontuosi, hanno meritato il titolo di “Carnevale con i costumi più belli di Sicilia”.
Francavilla, nella provincia di Messina, ospita da oltre un secolo il più rinomato Carnevale della valle dell’Alcantara. Per una settimana, le strade della città si trasformano in vere e proprie piste da ballo, pervase da trasgressione e ironia. Il ritmo della Fasuledda guida le danze, accompagnate dalle cosiddette “mutticedde”, leggere spinte che le persone si danno a vicenda formando un cerchio. Ogni anno la serata conclusiva varia, culminando con “a cianciuta di re Carnalivari – il pianto di re Carnevale”. Su un carro, seguito da “piagnoni” e vedove, il re offre l’ultimo saluto con in mano della salsiccia, simbolo che la Quaresima è alle porte. Una vivace competizione tra carri allegorici anima la sfilata per le strade cittadine, creando un’atmosfera di festa e divertimento. Il tutto giunge al termine il martedì sera, durante il veglione, con la premiazione dei carri più spettacolari.
Palazzolo Acreide, situata nella provincia di Siracusa, accoglie con entusiasmo ogni anno il Carnevale. In questo piccolo centro, la festa si protrae per sei giorni consecutivi. Lunghe processioni di carri allegorici e la presenza di tipiche maschere locali, come i “cuturri”, animano le strade della città. Le radici di questa festa risalgono a tempi antichi: le donne, chiamate “ntuppatedde”, mascherate e avvolte in ampi mantelli, danzavano freneticamente durante la processione in onore della Madonna Odigitria. Nel primo Novecento, gli artigiani allestivano pupi che venivano poi trainati per le vie del paese su carretti. Oggi, la festa include anche abbondanti banchetti di “cavatieddi”, un tipo di pasta condita con sugo e salsiccia. L’atmosfera è pervasa da gioia spontanea e da un senso di partecipazione diffuso tra tutti i cittadini: un’esperienza festosa unica in tutta la provincia di Siracusa.
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