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Bronzi di riace: svelati segreti e nuove teorie intriganti

I Bronzi di Riace, due delle statue più celebri della scultura greca, continuano a suscitare curiosità e dibattiti riguardo alla loro provenienza e alla loro storia. Trovati nel 1972 nelle acque di Riace, in Calabria, questi capolavori del V secolo a.C. sono stati oggetto di numerosi studi e speculazioni. Recenti ricerche scientifiche e testimonianze di persone che affermano di aver assistito a eventi legati al loro ritrovamento hanno riaperto il dibattito, portando a nuove ipotesi che meritano di essere esplorate.

La scoperta e le prime ipotesi

La storia di questi bronzi inizia nel 1972, quando il sub Stefano Mariottini li scoprì nel mare calabrese. Da allora, l’ipotesi più accreditata è stata quella di un naufragio: le statue, prodotte in Grecia, sarebbero state destinate a Roma, ma il loro viaggio sarebbe stato interrotto da un incidente marittimo. Tuttavia, la mancanza di tracce di una nave affondata ha portato a interrogativi senza risposta. Gli esami condotti durante i restauri hanno confermato la provenienza greca delle statue, ma uno studio recente dell’Università di Catania, in collaborazione con l’ateneo di Ferrara, ha rivelato un dettaglio sorprendente: le terre di saldatura dei bronzi potrebbero provenire dalla Sicilia, precisamente dalla zona di Siracusa. Questa scoperta apre la porta a nuove teorie, tra cui quella che suggerisce che le statue siano state assemblate in Sicilia, dove Siracusa era all’apice del suo potere.

Legami storici e nuove scoperte

L’ipotesi che i Bronzi di Riace possano avere legami con Siracusa si intreccia con la storia dell’isola durante la seconda guerra punica. Nel 212 a.C., Siracusa, alleata con Cartagine, venne conquistata dai Romani. Durante questo conflitto, è plausibile che i bronzi siano stati parte di un bottino di guerra e che una nave, dopo il saccheggio, sia naufragata mentre si dirigeva verso Roma. Ma dove potrebbe essere avvenuto questo naufragio? Le testimonianze fornite dai fratelli Bertoni, figli di un ristoratore di Brucoli in Sicilia, suggeriscono che le statue possano essere state recuperate un anno prima della loro scoperta ufficiale. Secondo la loro narrazione:

  1. Sub romani avrebbero trovato le statue nel 1971.
  2. Le statue sarebbero state successivamente vendute.
  3. Un boss mafioso potrebbe essere stato coinvolto nel traffico delle statue.

Queste affermazioni sollevano interrogativi intriganti. Se i bronzi sono stati effettivamente recuperati e venduti prima del loro ritrovamento ufficiale, quali altre statue potrebbero essere state perse o trafugate?

Il mistero continua

L’assenza di evidenze definitive rende la questione ancora più affascinante. I Bronzi di Riace non sono solo opere d’arte; sono un enigma che continua a sfuggire alla piena comprensione. Le ricerche in corso e le indagini, che ora si stanno espandendo alle acque siciliane, potrebbero finalmente chiarire il mistero. Malnati suggerisce che, sebbene le nuove ipotesi siano intriganti, è necessaria prudenza e rigore scientifico per evitare di trarre conclusioni affrettate.

In questo contesto, il dibattito su dove e come siano stati creati e trasportati i Bronzi di Riace continua a rappresentare uno dei misteri più avvincenti della storia dell’arte. Mentre gli studiosi e gli archeologi lavorano per raccogliere prove e analizzare dettagli, il fascino di queste statue rimane intatto. Le nuove tecnologie di indagine e il crescente interesse per la storia antica potrebbero portare a scoperte sorprendenti.

In conclusione, i Bronzi di Riace rappresentano non solo un trionfo dell’arte greca, ma anche un simbolo di come la storia possa nascondere segreti che attendono di essere svelati. Ogni nuova scoperta, ogni testimonianza, ogni studio scientifico non fa altro che arricchire il racconto di queste opere straordinarie e del contesto storico che le circonda. Le acque di Riace e di Siracusa potrebbero ancora riservare sorprese, e chissà che un giorno non si riesca a fare chiarezza su una delle storie più misteriose dell’antichità.

Antonella Romano

Sono una redattrice innamorata della Sicilia, e in particolare della mia Palermo. Fin da piccola, ho respirato l'aria vibrante di questa terra ricca di storia, cultura e tradizioni. Ogni vicolo di Palermo racconta storie antiche, e io non mi stanco mai di scoprirle e condividerle. Mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università di Palermo, dove ho approfondito il mio amore per la scrittura e la narrazione. Dopo gli studi, ho avuto l'opportunità di collaborare con diverse testate giornalistiche e riviste locali, scrivendo articoli che esplorano le meraviglie artistiche, culinarie e naturalistiche della nostra isola. La mia vera passione, tuttavia, è raccontare la vita quotidiana della Sicilia e i suoi abitanti straordinari. Cerco di portare i lettori in un viaggio virtuale tra mercati colorati, spiagge dorate e festival affollati, sperando di trasmettere l'unicità e la bellezza di questa terra. Quando non sono dietro alla tastiera, mi piace camminare lungo la costa, visitare i mercati locali e assaporare piatti tradizionali cucinati con amore. Ogni giorno in Sicilia offre l'opportunità di scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato, e non vedo l'ora di condividere queste esperienze con voi. Seguitemi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, esplorando insieme cultura, sapori e tradizioni che rendono questa terra davvero speciale. Grazie per essere qui e per la vostra curiosità. Spero che attraverso le mie parole possiate innamorarvi della Sicilia tanto quanto lo sono io!

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