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Brassaï svela la magia nascosta di una parigi misteriosa attraverso le sue fotografie

La figura di Brassaï, il cui vero nome era Gyula Halász, è una delle più influenti nella storia della fotografia del Novecento. Ungherese naturalizzato francese, Brassaï ha saputo catturare l’essenza di Parigi, immortalando scene di vita quotidiana e momenti di intimità che rivelano un’anima vivace e misteriosa. Il recente volume “Brassaï, l’occhio di Parigi”, curato dal nipote Philippe Ribeyrolles e pubblicato da Silvana Editoriale, offre un’opportunità unica di esplorare il genio di questo artista attraverso una selezione di 250 immagini che raccontano la sua visione della Ville Lumière.

Brassaï non si è limitato alla fotografia, ma ha anche esplorato la scrittura, la scultura e il cinema, dimostrando una versatilità che ha arricchito il panorama culturale del suo tempo. La sua carriera, che si è estesa dal 1899 fino al 1984, è costellata di incontri con nomi illustri dell’arte e della letteratura, come Salvador Dalì, Pablo Picasso e Henri Matisse. La sua amicizia con l’americano Henry Miller, che lo definiva “occhio vivo”, testimonia l’apprezzamento e la stima che circondavano il suo lavoro.

La Parigi di Brassaï

La Parigi che emerge dalle pagine di questo volume è un luogo dove la vita notturna si mescola con la poesia dei graffiti sui muri, dove il mistero e la bellezza convivono in ogni angolo. Brassaï ha saputo catturare la vitalità di questa città in modo unico, rendendola protagonista di scatti che evocano emozioni e raccontano storie. La sua abilità nel cogliere l’essenza del momento è evidente in ogni immagine, dai ritratti intimi ai nudi femminili, rivelando una sensibilità e un rispetto nei confronti dei soggetti fotografati.

L’arte della fotografia notturna

Un aspetto affascinante della sua opera è la capacità di rendere Parigi un palcoscenico per le sue visioni artistiche. Le fotografie notturne di Brassaï, caratterizzate da un uso sapiente della luce e delle ombre, conferiscono alla città un’atmosfera quasi onirica. Ecco alcuni elementi chiave delle sue opere:

  1. Ambiente onirico: La nebbia e la pioggia creano un senso di intimità e mistero.
  2. Storie di solitudine: Le strade deserte di Montmartre raccontano storie di riflessione.
  3. Dettagli emozionanti: Un cagnolino bianco in lontananza aggiunge tenerezza a un’immagine austera.

Brassaï credeva fermamente che un’immagine dovesse catturare l’occhio dello spettatore attraverso una forma ben costruita. Questo approccio riflette una ricerca di perfezione e bellezza, traducendosi in fotografie che non solo catturano l’istante, ma entrano nella memoria e diventano indimenticabili. La sua attenzione ai dettagli e alla composizione è palpabile in ogni scatto, rendendo il suo lavoro un punto di riferimento per le generazioni successive di fotografi.

Un viaggio attraverso la visione di un artista

Il volume, disponibile sia in inglese che in italiano, non è solo una raccolta di immagini, ma rappresenta un viaggio attraverso la visione di un artista che ha immortalato la Parigi del suo tempo. Le fotografie di Brassaï parlano di un’epoca, di una cultura e di un modo di vivere che, sebbene siano cambiati nel corso degli anni, continuano a esercitare un fascino senza tempo. La sua opera invita a riflettere sulla bellezza della vita quotidiana e sulla complessità delle relazioni umane, temi universali che risuonano ancora oggi.

In un’epoca in cui la fotografia digitale ha reso immediata la cattura delle immagini, il lavoro di Brassaï ci ricorda l’importanza della contemplazione e della riflessione. Ogni scatto è il risultato di una ricerca profonda, di un momento di connessione tra l’artista e il soggetto, che richiede tempo e pazienza. Questo volume non solo celebra il talento di Brassaï, ma invita anche i lettori a esplorare la loro Parigi, reale o immaginaria, attraverso un nuovo sguardo.

La cura di Philippe Ribeyrolles, nipote di Brassaï, aggiunge ulteriore valore a questa pubblicazione, offrendo una prospettiva personale e una narrazione che arricchisce la comprensione del lavoro del fotografo. Attraverso le sue parole e le sue immagini, il volume diventa un tributo a un artista che ha saputo rendere eterno il fascino di Parigi, trasformando la città in un’opera d’arte vivente.

Stefania Palenca

Da sempre nutro una forte curiosità per le vicende passate e le tracce che hanno lasciato nel nostro presente. Ho scoperto presto che nulla racconta una storia meglio dei muri di un'antica cattedrale o delle pennellate su una tela impolverata. Mi sono laureata in Storia presso l'Università di Catania, un percorso accademico che mi ha permesso di immergermi nei racconti e nei segreti di questa meravigliosa isola. Durante gli studi, ho perfezionato le mie competenze con un master in Conservazione dei Beni Culturali, comprendendo ancor di più l'importanza di preservare queste ricchezze per le generazioni future. Attraverso i miei articoli, esploro non solo i grandi siti turistici, ma anche i piccoli gioielli meno conosciuti che celano storie straordinarie e avvincenti. Porto i lettori in un viaggio attraverso l'arte e l'architettura, dall'epoca greca a quella normanna, passando per i fasti del Barocco siciliano. Quando non sono impegnata nella ricerca o nella scrittura, mi piace camminare per le vie dei centri storici, partecipare a conferenze e visitare musei e gallerie d'arte. Credo fermamente che ogni pietra, ogni dipinto e ogni edificio abbia una storia da raccontare, ed è mio compito dare voce a queste storie. Vi invito a seguirmi nel mio viaggio attraverso la Sicilia, scoprendo insieme le meraviglie artistiche e architettoniche che hanno modellato la nostra identità culturale

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