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Bonus mamme, gli aumenti previsti nel 2024

Bonus Mamme e gli aumenti previsti nel 2024, tutte le informazioni necessarie per ottenere il massimo beneficio per te e la tua famiglia

A partire dal primo giorno del 2024, verrà messo in atto il cosiddetto bonus per le madri lavoratrici. Questo prevede un aumento salariale fino a 1.700 euro (corrispondente a un aumento massimo di 130 euro al mese) per una retribuzione lorda di 27.500 euro, oltre la quale l’aumento rimarrà invariato.

Questo cambiamento, previsto nella Legge di Bilancio del 2024, include infatti l’eliminazione dei contributi salariali dei dipendenti (9,19%) per le madri con almeno due figli, dando così vita ad un aumento del reddito disponibile. Lo sgravio fiscale massimo sarà di 3.000 euro all’anno per lavoratrice, ma non si rifletterà completamente come aumento salariale, poiché si tratta di un beneficio lordo soggetto a tassazione.

Bonus mamme 2024: tutto quello che c’è da sapere

Molte disposizioni della legge sul bilancio sono rivolte alle famiglie, specialmente alle donne/madri occupate. Tuttavia, leggendo le bozze della Legge di Bilancio, si scopre che le agevolazioni per le lavoratrici madri, che dovevano essere ritenuto un pilastro per facilitare l’occupazione delle donne e l’aumento del tasso di natalità, hanno incontrato restrizioni.

Variazioni apportate alla Legge di Bilancio

Il provvedimento “Bonus mamme in busta paga” prevede che le impiegate con almeno due bambini non saranno tenute a versare contributi personali. Esaminiamo la legge e scopriamo come il salario di queste lavoratrici aumenterà alla luce delle recenti modifiche apportate alla proposta originale. Originariamente era stata proposta una legge più comprensiva, ma per limitare i costi necessari, sono state apportate alcune restrizioni. Infatti, invece di essere permanente, la misura sarà solo sperimentale e durerà solamente per tre anni. Ma anche una correzione inviata dal Governo al Senato il 3 novembre ha ulteriormente limitato i benefici del bonus.

Foto | evgenyatamanenko @Canva – arabonormannaunesco.it

 

L’articolo 37, paragrafo 2, è stato rivisitato restringendo i benefici alle sole madri con due figli solo per l’anno 2024, contrariamente al 2026 come era stato precedentemente pianificato. Di conseguenza, il “Bonus mamme in busta paga” sarà valido fino al 31 dicembre 2026 per le dipendenti con tre o più figli (ma solo fino al quando il figlio più giovane compie 18 anni) e fino al 31 dicembre 2024 per le dipendenti con solo due figli (ma solo fino al quando il figlio più giovane raggiunge l’età di 10 anni).

Bonus mamme 2024, chi ne ha diritto?

Secondo la legge, le madri hanno diritto a un’esenzione totale dei contributi personali nel seguente modo:

  • con due figli, l’esenzione vale fino a quando il figlio più giovane compie 10 anni;
  • con più di due figli, l’esenzione vale fino a quando il figlio più giovane fa 18 anni.

Limiti

Le restrizioni sul bonus per le madri lavoratrici riguardano l’ammontare della contribuzione, che non deve superare i 3.000 euro per ogni impiegata e sarà calcolato su base mensile. Un nuovo elemento interessa le lavoratrici che possono beneficiare della decontribuzione: solo quelle con contratti a tempo indeterminato ne beneficeranno, escludendo di fatto le lavoratrici con contratti temporanei e le addette domestiche, anche se hanno contratti permanenti. Questo limita in modo significativo il numero di lavoratrici che possono beneficiarne. Vale la pena menzionare che questa riduzione fiscale sarà applicabile solo fino al 2026 e non in modo indefinito.

Bonus mamme: a quanto ammonta l’aumento

L’attuale Governo, sotto la guida di Giorgia Meloni, si è più volte pronunciato a favore di un incremento della natalità in Italia. In vista del bisogno di rinvigorire la demografia del Paese, la Legge di Bilancio 2024 implementerà delle strategie per sostenere le madri che decidono di avere più di un bambino. In particolare, quelle che hanno scelto di avere più di due bambini riceveranno un riconoscimento più significativo. La premier Meloni ha spiegato che le donne che hanno partorito due o più figli hanno apportato un contributo essenziale alla società. Pertanto, lo Stato intende ricompensarle assumendosi la responsabilità di pagare i contributi previdenziali della lavoratrice per un certo numero di anni.

Quanto beneficia una lavoratrice dal processo di decontribuzione in relazione al suo stipendio lordo?

L’azione economica si riflette in un incremento tangibile del salario per le lavoratrici coinvolte che, senza ulteriori detrazioni contributive dal loro guadagno, godranno di un salario superiore per una determinata quantità di anni.

Sul sito web dell’Inps, sappiamo che le aliquote contributive per la pensione (IVS) sono normalmente al 33%, suddivise in 23,81% a carico del datore di lavoro e 9,19% a carico del dipendente. In aggiunta a questi, dovremmo considerare i contributi alla copertura assicurativa (malattia, maternità, ecc.) che variano a seconda del settore di appartenenza. Ancora dal sito dell’Inps, abbiamo un’idea dei differenti importi:

  • contributo alla disoccupazione (per i contratti TD+1,40%): 1,61%;
  • contributo all’indennità economica per malattia (quantità variabile a seconda del settore): 2,22% – 3,21%;
  • contributo alla maternità (quantità variabile a seconda del settore): 0,24% – 0,46%;
  • contributo per l’Assegno al Nucleo Familiare: 2,48% (0,68% ridotto);
  • contributo al fondo di garanzia TFR: 0,20%;
  • contributo alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (brevi interruzioni dell’attività produttiva): 1,70% – 4,70%;
  • contributo alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (crisi e ristrutturazioni): 0,90%;
  • contributo per i Fondi di solidarietà o il Fondo di Integrazione Salariale: 0,45% – 0,65%.

Riguardo alla riduzione fiscale del 9,19% sui contributi a carico della lavoratrice, bisogna considerare che finché esisterà la riduzione fiscale complessiva con riconoscimento del 6 e 7% in base al salario (che al momento è confermato per tutto il 2024), l’incremento effettivo di cui le madri lavoratrici potranno usufruire sarà del 3,19% o del 2,19% come riportato di seguito :

Salario Lordo _ Incremento Mensile Lordo (Settore Privato)
stipendio lordo di € 1.000_ incremento mensile lordo di € 21,90
stipendio lordo di € 1.100 _ incremento mensile lordo di € 24,09
stipendio lordo di € 1.200 _ incremento mensile lordo di € 26,28
stipendio lordo di € 1.300 _ incremento mensile lordo di € 28,47
stipendio lordo di € 1.400 _ incremento mensile lordo di € 30,66
stipendio lordo di € 1.500 _ incremento mensile lordo di € 32,85
stipendio lordo di € 2.000 _ incremento mensile lordo di € 63,80
stipendio lordo di € 2.500 _ incremento mensile lordo di € 79,75
stipendio lordo di € 2.692 _ incremento mensile lordo di € 85,87

Il 9,19% di aumento sul reddito previdenziale lordo sarà realizzato solamente quando la riduzione fiscale attuale per tutti i lavoratori terminerà. In particolare, gli incrementi che saranno applicati quando non vi sarà più il beneficio del 6 e 7% (che probabilmente sarà nel 2025) sono riassunti nell’elenco di seguito:

Salario Lordo _ Incremento Mensile Lordo
stipendio lordo di € 1.000 _ incremento mensile lordo di € 91,9
stipendio lordo di € 1.100 _ incremento mensile lordo di € 101,09
stipendio lordo di € 1.200 _ incremento mensile lordo di € 110,28
stipendio lordo di € 1.300 _ incremento mensile lordo di € 119,47
stipendio lordo di € 1.400 _ incremento mensile lordo di € 128,66
stipendio lordo di € 1.500 _  incremento mensile lordo di € 137,85
stipendio lordo di € 2.000 _ incremento mensile lordo di € 183,8
stipendio lordo di € 2.500 _ incremento mensile lordo di € 229,75
stipendio lordo di € 2.692 _ incremento mensile lordo di € 247,39

Dalma Bonaiti

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