The Italian Sea Group è attualmente coinvolta in una controversia legale con il New York Times. Al centro della disputa vi è un articolo pubblicato dal prestigioso quotidiano statunitense il 31 ottobre, che mette in discussione le circostanze dell’affondamento del Bayesian, uno yacht a vela di lusso, avvenuto nelle acque di Porticello lo scorso agosto. Questo yacht, un tempo simbolo dell’eccellenza ingegneristica italiana, è ora al centro dell’attenzione per motivi meno lusinghieri.
La risposta di The Italian Sea Group
Nella sua dichiarazione ufficiale, The Italian Sea Group ha espresso profondo disappunto per la narrazione presentata dal New York Times. Secondo l’azienda, l’articolo non solo mancava di solidità tecnica, ma non citava nemmeno fonti affidabili. La società italiana, che ha acquisito il marchio Perini Navi nel gennaio 2021 durante un’asta fallimentare, sottolinea che qualsiasi responsabilità per l’affondamento del Bayesian non può essere addebitata a loro. Tuttavia, il danno reputazionale al brand Perini Navi è percepito come significativo, data la sua storica reputazione di eccellenza tecnologica nella nautica mondiale.
Problemi di stabilità e progettazione
La questione centrale sollevata nell’articolo riguarda presunti problemi di stabilità del Bayesian, legati alla sua progettazione come monoalbero. The Italian Sea Group ha prontamente confutato queste accuse, affermando che lo yacht rispetta pienamente i criteri di stabilità stabiliti dalla Maritime Coastguard Agency per le imbarcazioni a vela commerciali. L’azienda ha anche evidenziato che il progettista dell’imbarcazione, Ron Holland, è uno dei più rinomati architetti navali al mondo. Qualsiasi dichiarazione di debolezza strutturale priva di riferimenti concreti viene respinta come infondata.
La questione delle porte stagne
Un punto critico dell’articolo del New York Times riguardava le porte della nave, che secondo l’articolo avrebbero potuto contribuire all’allagamento. The Italian Sea Group ha chiarito che le porte del Bayesian sono a tenuta stagna, come richiesto dalle normative, e che il rischio di allagamenti progressivi esiste solo se queste vengono lasciate aperte con l’imbarcazione inclinata a più di 30 gradi. Questa condizione, secondo l’azienda, non rappresenta un difetto di progettazione.
Fiducia nell’inaffondabilità
La fiducia dell’azienda nell’inaffondabilità del Bayesian, se gestito correttamente, resta incrollabile. The Italian Sea Group è convinta che le indagini in corso da parte degli inquirenti italiani chiariranno le circostanze esatte che hanno portato all’incidente. In un’analisi dettagliata presentata dall’azienda, si sostiene che l’angolo di sbandamento del Bayesian in condizioni di vento estremo (60 nodi) è di soli 18 gradi, ben al di sotto del limite che potrebbe causare un’inondazione critica.
Confutazione delle affermazioni tecniche
Ulteriori dettagli tecnici sono stati forniti per confutare le affermazioni di due ingegneri navali spagnoli, Guillermo Gefaell e Juan Manuel López. Secondo questi esperti, il Bayesian avrebbe avuto un rischio di allagamento significativo, ma The Italian Sea Group ha smentito tali affermazioni spiegando che l’apertura di ventilazione della sala macchine non sarebbe mai potuta essere sommersa a una profondità tale da permettere un ingresso d’acqua catastrofico, neanche con un completo ribaltamento.
Condizioni meteorologiche e sicurezza
La notte dell’incidente, le condizioni meteorologiche avverse hanno visto raffiche di vento raggiungere i 60 nodi, ma solo per un breve periodo di 1,5/2 minuti. Anche in queste circostanze, l’inclinazione della barca sarebbe stata limitata a 18 gradi, un angolo considerato sicuro. L’azienda conclude che, in assenza di errori operativi da parte dell’equipaggio, l’unico scenario possibile per un’inclinazione pericolosa sarebbe stato l’allagamento di più compartimenti dell’imbarcazione, un evento che richiede una spiegazione più complessa e articolata.
La difesa della reputazione
L’azione legale intrapresa contro il New York Times rappresenta un tentativo di salvaguardare la reputazione di un marchio iconico e di sottolineare l’importanza di una narrazione basata su fatti concreti e verificabili. L’impatto di questa vicenda sul futuro del brand Perini Navi e sull’industria nautica italiana rimane da vedere, ma The Italian Sea Group sembra determinata a difendere con vigore l’integrità della sua eredità ingegneristica.
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