Negli ultimi tempi, diversi istituti bancari europei hanno lanciato un chiaro avvertimento ai propri clienti.
Questa raccomandazione, che inizia a suscitare preoccupazione tra gli utenti bancari, si colloca in un contesto di crescente vulnerabilità delle infrastrutture finanziarie europee, a causa di attacchi informatici sempre più frequenti e sofisticati. La situazione ha portato molti cittadini a recarsi rapidamente agli sportelli bancomat per prelevare contante, generando code e un incremento significativo dei prelievi.
Le indicazioni di riserva variano da paese a paese. La banca centrale olandese, ad esempio, suggerisce di tenere tra 200 e 500 euro come riserva d’emergenza, mentre in Svezia la raccomandazione è di mantenere circa 170 euro a persona per coprire le necessità di una settimana. In Italia, sebbene non ci siano istruzioni ufficiali in merito, si osserva un aumento dei prelievi, segno che molti italiani stanno seguendo l’esempio dei loro vicini europei.
Crescente incertezza e reazioni dei cittadini
Il fenomeno è alimentato dalla crescente incertezza riguardo alla stabilità dei sistemi bancari. Negli ultimi mesi, infatti, si sono registrati numerosi attacchi informatici ai danni di istituti bancari e siti governativi, alimentati in parte dalla guerra in Ucraina. Gruppi di hacker, in particolare quelli legati a Mosca, hanno intensificato le loro attività, prendendo di mira non solo le infrastrutture finanziarie, ma anche i portali istituzionali, come dimostrano gli attacchi recenti contro i siti del ministero delle Imprese e del Made in Italy e della Guardia di Finanza in Italia. Questi attacchi, rivendicati dal gruppo NoName057, sono stati motivati come una risposta agli aiuti forniti dai paesi europei all’Ucraina e alle posizioni anti-russe assunte dai governi europei.
Le conseguenze di questi attacchi sono state immediate e tangibili: i cittadini italiani, preoccupati per la possibilità di non avere accesso ai propri fondi in caso di un attacco a un istituto bancario, si sono precipitati a prelevare contante. È un fenomeno che non è isolato, ma piuttosto una tendenza osservata in vari paesi europei. Ad esempio, in Polonia, dopo un attacco hacker che ha coinvolto diverse banche, il numero di prelievi è aumentato del 35%. Questa reazione è comprensibile: in un mondo in cui le emergenze possono colpire in qualsiasi momento, avere accesso immediato a denaro contante può fornire una sensazione di sicurezza.
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Considerazioni sulla sicurezza finanziaria
Gli esperti di sicurezza finanziaria avvertono che conservare contante a casa non significa rinunciare ai benefici dei servizi bancari online. Al contrario, rappresenta un ulteriore strato di protezione in un contesto in cui i guasti ai sistemi, gli attacchi informatici e altre emergenze possono rendere inaccessibili i fondi depositati in banca. In situazioni di crisi, il denaro contante diventa un elemento cruciale per affrontare le spese quotidiane per beni essenziali come cibo, carburante e medicinali.
Questo ritorno all’utilizzo del contante, contrariamente alla crescente digitalizzazione dei pagamenti, sottolinea un interessante paradosso. Nonostante la diffusione dei pagamenti elettronici e delle valute digitali, la necessità di avere a disposizione una riserva di contante si rivela sempre più importante. La storia recente ha dimostrato che le emergenze, siano esse di natura informatica o economica, possono colpire in modo imprevisto, rendendo fondamentale disporre di risorse liquide.
Inoltre, la paura di non poter accedere ai propri fondi in caso di attacco informatico o di malfunzionamento del sistema bancario è amplificata dalla crescente consapevolezza dei rischi associati alla digitalizzazione. Negli ultimi anni, il numero di attacchi informatici è aumentato esponenzialmente, con gruppi di hacker che operano su scala globale, mirando a rubare dati sensibili e a compromettere le infrastrutture critiche. Questo clima di insicurezza ha portato a una maggiore attenzione da parte delle autorità finanziarie e dei consumatori sull’importanza di diversificare le proprie risorse economiche.