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Autocertificazione per pagare meno tasse, in due minuti tagli gli importi da pagare: è facilissimo

Il governo ha incluso nella manovra di quest’anno una vantaggiosa agevolazione fiscale per alcune tipologie di lavoratori.

Nell’attuale mercato del lavoro, il nomadismo professionale è una realtà estremamente assodata. In effetti, si tratta della versione 2.0 del vecchio (non poi così tanto, in realtà, a ben guardare la qualità dello sforzo per raggiungere le coste europee) modello migratorio. A parte le guerre e le relative richieste di asilo, la ragione di un universo umano sempre più in “mobilità” consiste appunto nel lavoro.

Il governo prevede opportunità fiscali per alcuni lavoratori (arabonormannaunesco.it)

Da un lato, l’aspetto strumentale insito in molteplici attività professionali ha eliminato la necessità di coprire lunghe distanze sia all’interno della propria area urbana sia in modalità di pendolarismo. A contraddistinguere un dinamismo che porta al trasferimento di città, di regione, se non addirittura di nazioni, è l’onnipresente ricerca di una migliore condizione lavorativa; essa avviene sullo sfondo di una flessibilità (se non precarietà) senza precedenti, dove l’utilità legata alla presenza del lavoratore non si protrae oltre un’esigua manciata di anni.

Autocertificazione per pagare meno tasse: a quali agevolazioni si accede

La lotta a dover riaffermare il riconoscimento in qualità di lavoratore si è resa più aspra con l’introduzione dell’intelligenza artificiale e la sua maggiore pervasività. Evidentemente, prima della sostituzione, i ruoli umani subiscono l’organizzazione imprenditoriale dell’algoritmo. Da questo punto di vista, i primi nomadi digitali stanno impartendo una lezione: lavorare nel web, con l’ausilio di un PC e di uno smartphone, nonché di una rete Wi-Fi, portandosi i pochi strumenti dove si vuole. Anche al mare, durante la vacanza.

I criteri richiesti ai lavoratori impatriati per usufruire delle agevolazioni (arabonormannaunesco.it)

Sì, perché non esistono spazi temporali, ossia orari da rispettare; quanto piuttosto soltanto obiettivi da raggiungere. Una volta definita la professione della vita, perché non svolgerla in un Paese con un regime fiscale agevolato? La stessa domanda può essere formulata dal lavoratore che viene in Italia (e sono migliaia l’anno, specie tra gli stagionali). Ecco dunque cosa il governo offre ai cosiddetti lavoratori impatriati.

Come richiedere l’autocertificazione per pagare meno tasse

Le nuove regole approvate poco prima della fine dell’anno hanno definito alcune importanti agevolazioni fiscali per quei lavoratori dipendenti provenienti da altri Paesi, col datore di lavoro italiano. Nell’ambito della fiscalità internazionale, essi possono usufruire del pagamento al 50% dell’imposta IRPEF per 5 anni (fino al 60% con figlio minore a carico).

Nessun controllo preventivo per i lavoratori impatriati (arabonormannaunesco.it)

Per ottenere l’autocertificazione, debbono garantire la presenza per 5 anni (appunto) e non debbono essere stati fiscalmente residenti in Italia nei tre periodi di imposta precedenti. Si richiedono inoltre requisiti di elevata specializzazione e qualifica. Si tratta dunque di un’opportunità per riportare in Italia i compatrioti che si sono trasferiti all’estero per motivi di lavoro, e ora si propongono loro delle garanzie di natura fiscale.

I lavoratori impatriati nel 2024 hanno la possibilità, quindi, di presentare al datore di lavoro un’apposita autocertificazione, dal momento che in tal senso l’Agenzia delle Entrate non svolge controlli preventivi e ogni verifica a posteriori, se segnala errori, potrebbe costare l’agevolazione.

Il documento deve contenere, oltre le generalità, anche la data di rientro in Italia, la data di prima assunzione (sempre in Italia), la dichiarazione di possesso dei requisiti utile a beneficiare delle agevolazioni, la residenza in Italia (e successive variazioni, eventualmente), e infine la dichiarazione di non accedere ad altri regimi fiscali agevolati.

Roberto Alciati

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