Pensare che il canone Rai sia collegato alla dichiarazione dei redditi può essere un problema per alcuni, sfuggire sarà difficile.
Pagare le tasse è ovviamente un dovere, su questo sembrano esserci pochi dubbi. Sottrarsi a questo è ovviamente impossibile se non si vuole andare incontro a problemi, anche se le spese previste possono generare difficoltà. Alcune di queste sono però meno gradite di altre, anche se obbligatorie, come è il caso del canone Rai, che spesso nel corso degli anni molti non hanno saldato.
Pur di ridurre il numero di “furbetti”, si è scelto da qualche anno di mettere in atto un escamotage che è risultato provvidenziale: l’importo è stato infatti collegato alla bolletta della luce, che tutti devono evidentemente ricevere, diluendo la cifra nell’arco di più mesi. I cambiamenti potrebbero però non essere finiti qui.
Legare il canone Rai ad altri aspetti che ogni contribuente si trova a gestire serve inevitabilmente a ridurre l’evasione. Nel corso degli anni, infatti, in tanti facevano “i furbetti” pensando di farla franca e di non andare incontro ad alcuna conseguenza. In realtà, è bene precisarlo, parlare di “canone Rai”, non è del tutto corretto, visto che si tratta di un’imposta che non è strettamente connessa a chi guarda i programmi in onda sulla Tv di Stato, ma al possesso dell’apparecchio. In questa categoria rientrano anche i dispositivi che sono in grado di ricevere il segnale, quindi anche PC, smartphone e tablet.
Pensare che la tassa possa essere associata alla dichiarazione dei redditi può però fare paura, c’è chi infatti potrebbe pensare che quanto richiesto possa variare a seconda dell’entità del proprio guadagno, al punto tale da sentirsi penalizzato. Fortunatamente questo non accadrà, anzi nel 2024 si è deciso di ridurre quanto dovuto, passando da 90 a 70 euro.
In realtà, avere un certo tipo di reddito potrebbe rappresentare un beneficio per tanti utenti, al punto tale da evitare di assolvere a questo obbligo. Ci sono dei cittadini che possono godere dell’esenzione, anche se magari non lo sanno, è bene esserne informati così da agire di conseguenza e sentirsi più leggeri. Ad averne diritto sono:
Come si può dedurre, chi non percepisce grandi guadagni può sentirsi esentato, ma a condizione che ci siano alcuni requisiti ben precisi. E’ importante anche che non ci siano conviventi titolari di un reddito proprio (fatta eccezione per collaboratori domestici, colf e badanti). L’agevolazione spetta per l’intero anno se il compimento del 75° anno è avvenuto entro il 31 gennaio dell’anno stesso. Qualora invece il compleanno sia avvenuto dal 1° febbraio al 31 luglio dell’anno, l’agevolazione spetta per il secondo semestre.
Chi rientra tra i possibili beneficiari può presentare una dichiarazione sostitutiva ai sensi del D.P.R. n. 455/2000 per evitare l’addebito del canone nella fattura elettrica o per comunicare di aver diritto all’esenzione dal pagamento del canone Rai. Qui è necessario indicare che in nessuna delle abitazioni dove è attivata l’utenza elettrica intestata è presente un apparecchio Tv sia proprio che di un componente della famiglia anagrafica, attraverso la dichiarazione sostitutiva con l’apposito modello-PDF (Quadro A). Il modello può servire anche ai titolari di un’utenza elettrica per uso domestico residenziale per dimostrare la non detenzione, in nessuna delle abitazioni dove è attivata l’utenza elettrica ad essi intestata, di un ulteriore apparecchio televisivo oltre a quello per cui è stata precedentemente presentata una denunzia di cessazione dell’abbonamento televisivo.
Un’azione simile può essere svolta anche da un erede per dichiarare che nell’abitazione in cui l’utenza elettrica è ancora temporaneamente intestata a un soggetto deceduto, non è presente alcun apparecchio TV (Quadro A).
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