Il progetto per la costruzione dell’asilo nido “I piccoli di don Puglisi” nel quartiere Brancaccio di Palermo ha acceso un intenso dibattito politico e sociale. Don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, rappresenta una figura simbolica nella lotta contro la criminalità organizzata in Sicilia. La richiesta di realizzare un asilo nido in suo onore va oltre la semplice costruzione di un edificio; è un atto di resistenza e speranza per una comunità che ha sofferto a lungo sotto il giogo della mafia.
La posizione del sindaco e il rifiuto del Consiglio comunale
Negli ultimi tempi, il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha esortato il Consiglio comunale a integrare il progetto nel piano triennale, sottolineando l’importanza di questo passo per il quartiere. Tuttavia, il Consiglio ha deciso di non procedere, lasciando il progetto in uno stato di incertezza. Questa situazione preoccupa non solo i sostenitori dell’iniziativa, ma anche i familiari di don Puglisi, i quali si interrogano su chi possa avere interesse a non costruire l’asilo. Secondo loro, la risposta è chiara: la mafia.
Frustrazione e storia della lotta alla mafia
I familiari di don Puglisi esprimono la loro frustrazione dopo 31 anni dalla morte del sacerdote. La costruzione dell’asilo nido non è mai stata realizzata, nonostante la sua beatificazione da parte di Papa Benedetto XVI nel 2012. La storia della lotta alla mafia in Sicilia è segnata da arresti di boss mafiosi che hanno richiesto decenni, come nel caso di Totò Riina, catturato dopo 25 anni di latitanza, e Matteo Messina Denaro, arrestato nel 2023 dopo 30 anni di fuga. Questi eventi evidenziano il contesto complesso in cui si opera, una società segnata da un lungo e difficile percorso di resistenza.
Un atto di sfida contro la mafia
Il quartiere di Brancaccio, dove don Puglisi ha dedicato la sua vita a educare i giovani, continua a essere influenzato dalla mafia. I familiari sostengono che la mafia “alleva bambini alla propria scuola”, instillando in loro sentimenti di vendetta e rancore. La realizzazione dell’asilo nido non è solo un progetto educativo, ma un atto di sfida a un sistema che perpetua la violenza e l’illegalità.
- La posizione del sindaco appare contraddittoria:
- Da un lato, Lagalla sottolinea che la mancata integrazione del progetto è una questione di gestione interna del Consiglio.
Dall’altro, i familiari vedono in questa scelta un segno di indifferenza verso un problema profondo.
La questione dell’asilo nido è legata a una lotta più ampia contro la mafia, che richiede:
- Impegni concreti da parte delle istituzioni.
La costruzione di strutture educative come quella proposta in memoria di don Puglisi.
L’educazione dei giovani è cruciale per:
- Spezzare il ciclo di violenza.
- Costruire un futuro libero dalla mafia.
In questo contesto, il progetto per l’asilo nido rappresenta non solo un’opportunità per i bambini di ricevere un’educazione di qualità, ma anche un segnale forte contro la mafia. Realizzare questo asilo significherebbe affermare che la comunità non si piega davanti alla violenza, ma è determinata a costruire un futuro migliore. È una questione di dignità e giustizia, che richiede l’impegno di tutte le forze politiche e sociali.
La recente decisione del Consiglio comunale di Palermo di non integrare il progetto nel piano triennale ha suscitato indignazione tra i sostenitori di don Puglisi e tra i cittadini che credono in un futuro libero dalla mafia. La battaglia per la realizzazione dell’asilo nido continua, portando con sé una speranza di cambiamento e di riscatto per una città che ha bisogno di segnali positivi per affrontare un passato difficile.