No/Lo Bolo, la prima fiera di bevande analcoliche di Bologna, le migliori bevande senza alcol e scopri tutte le novità del settore
Bologna è pronta ad accogliere la prima fiera di bevande analcoliche, No/Lo Bolo. Un evento dedicato a chi vuole conoscere l’ampia varietà di alternative alle bevande alcoliche, disponibili sul mercato. Ma cosa significa esattamente “analcolico”? E cosa puoi aspettarti di trovare in questo evento? Scopriamolo insieme.
Se siete amanti delle bevande analcoliche e volete scoprire le ultime novità del settore, non potete perdervi la fiera No/Lo Bolo, che si terrà a Bologna. Si tratta di un evento imperdibile per tutti coloro che desiderano scoprire nuovi aromi e sapori, ma anche per gli appassionati che vogliono approfondire le loro conoscenze.
Il 15 gennaio in Italia si terrà un evento pionieristico, esclusivo per gli esperti del settore. L’idea è nata da due giovani uomini e una donna che lavorano nell’industria delle bevande analcoliche. L’intenzione principale è di costruire collaborazioni tra professionisti e migliorare la consapevolezza di questo tipo di bevande.
Non pensate alle fiere eno-gastronomiche su larga scala o all’intricato traffico generato da numerosi visitatori quando sentite la parola ‘fiera’. In questo contesto, ci stiamo riferendo a un evento più intimo e raffinato, centrato sul degustare. Per la prima volta in Italia, “fiera” qui significa un evento che riunisce produttori e distributori di bevande a bassissimo o nessun contenuto alcolico. Lo scopo è di offrire una piattaforma di scambio tra professionisti del settore.
Il No/Lo Bolo si svolgerà il 15 gennaio, a partire dalle 15, presso la Zoo Community Bakery nel cuore di Bologna. Ventisei partecipanti tra produttori e distributori accoglieranno gli ospiti in un pomeriggio di degustazione libera, che vedrà la presenza di ristoratori, bartender e commercianti. L’evento è stato ideato da Riccardo Astolfi, Nicolò Pagnanelli e Sofia Girelli, tre giovani appassionati che lavorano con dedizione nelle aree delle startup, consulenza e progetti innovativi. Al di là delle aspettative, questo evento non è dedicato esclusivamente a coloro che si astengono dall’alcool o seguono uno stile di vita salutare, ma risponde piuttosto a un preciso bisogno di mercato.
No/Lo Bolo, la novità che aspettavamo
Nell’industria delle bevande, qualcosa sta cambiando. Nel recente 2024, l’alcol a basso contenuto o senza alcol sta diventando una delle nuove tendenze emergenti in quei paesi chiave dove vengono consumate bevande alcoliche, con una domanda in aumento per opzioni alternative.
Non solo stiamo parlando di bevande non alcoliche, ma anche di drink con un forte elemento gastronomico e artigianale come la Kombucha, o di imitazioni senza alcol delle bevande alcoliche più “tradizionali”. In pochi mesi, si è visto un aumento dell’interesse globale per il vino senza alcol, mentre le guide (come quella dell’associazione Wine and Spirit Trade) e le classifiche delle migliori birre senza alcol o dei migliori drink senza alcol del New York Times sono diventate comuni.
Questo nuovo atteggiamento verso il bere ha portato all’ascesa di un nuovo gruppo di consumatori e di potenziali clienti, per i quali i produttori di vino, le birrerie e le distillerie stanno scommettendo sulla creazione di bevande a basso contenuto o senza alcol. Anche il settore della ristorazione si è adattato a questo nuovo panorama, offrendo abbinamenti di cibo con bevande a zero gradi. Questo quadro è ancora in evoluzione e sarà interessante seguirlo e parlarne in futuro.
È nata dall’incontro tra Nicolò Pagnanelli, Sofia e Riccardo, tutti coinvolti nel mondo delle bevande innovative. Pagnanelli gestisce il Spontaneous Lab, specializzato in fermentazione e foraging, mentre Sofia si concentra sul no-lo e Riccardo si occupa di vari progetti e start-up. Questa prima edizione ha avuto una risposta notevole, con 26 partecipanti tra produttori, importatori e distributori, compreso il noto e-commerce italiano di vino, Call Me Wine.
La fiera presenta una varietà di bevande proposte come alternative all’alcool, tra cui sostituti del vino e della birra, bevande fermentate come il kefir e la kombucha, e una gamma di infusi non alcolici alternativi agli spirits, sode e molte ottime bevande anche sperimentali. Sebbene la maggior parte dei produttori siano italiani, grazie agli importatori, sono presenti in fiera anche bevande provenienti da Danimarca, Svezia, Norvegia, Spagna e oltre.
Cosa si troverà a No/Lo Bolo
Il settore delle bevande no-lo (un acronimo che rappresenta le bevande con pochissimo o nessun alcool) sta vivendo un periodo di crescita significativo, alimentato in parte dalla crescente attenzione alla salute dovuta alla pandemia. A fianco dei colossi dell’industria delle bevande, esiste un mondo di produttori più piccoli e per lo più giovani, che esplorano e sviluppano prodotti completamente innovativi, che a volte sono ancora difficili da categorizzare, come le molte bevande presentate durante le fiere.
“É un’industria giovane dove le persone stanno lavorando appassionatamente in un settore ancora inesplorato”, aggeggia Sofia Girelli. “Stanno operando con grande creatività, sfidando anche le convenzioni socio-culturali riguardanti il bere e la convivialità”.
Questa mentalità sta guadagnando terreno tra la Gen Z, ma risponde anche a un bisogno trasversale e latente che può essere applicato a una varietà di esigenze. “Tra le persone con cui mi interagisco, ci sono coloro che bevono raramente, coloro che alternano tra bevande alcoliche e analcoliche e coloro che, come me, non possono bere alcol a causa di problemi di salute. Ma ci sono anche molti curiosi che sono sempre desiderosi di provare qualcosa di nuovo”, condivide Girelli.
In questo contesto, la sperimentazione con ingredienti locali offre un’opportunità interessante. “Quando si produce una bevanda analcolica, è possibile incapsulare il concetto di terroir”, spiega Nicolò Pagnanelli. “Si possono usare frutti e erbe da un habitat specifico, con una diversità microbica che può dare un contributo unico e irripetibile al prodotto. Le possibilità con i kombucha, ad esempio, sono infinite”. Iniziamo da vari tipi di tè, acqua e colonie microbiche per la fermentazione, combinati con diversi ingredienti per l’infusione. Possiamo ottenere diverse quantità di zucchero residuo e livelli di acidità. Molti di questi elementi sono presenti prepotentemente a No-lo Bolo”, spiega Nicolò Pagnanelli.
Relegare le bevande analcoliche ad un angolo malinconico rispetto alle alternative alcoliche è privo di logica. Ecco quindi il motivo per cui è nata No/Lo Bolo.
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