Affitti: la Cassazione cambia le regole, come adeguarsi subito

Come spesso accade, è dovuta intervenire la magistratura per mettere ordine al caos. Ecco la sentenza sul tema affitti: cosa accadrà ora?

Il tema degli affitti, in Italia, è, da sempre, controverso. Sappiamo bene di quanto i rincari sui canoni di locazione stia colpendo i cittadini. Negli scorsi mesi, peraltro, abbiamo registrato anche la protesta degli studenti universitari, fuori dalle sedi dei principali atenei italiani. Oggi, sul punto, arriva una sentenza della Suprema Corte di Cassazione che impone a tutti di fare scelte consequenziali. Ecco cosa cambia.

Affitti, sentenza Cassazione
Sul tema degli affitti in Italia interviene la Cassazione – (arabonormannaunesco.it)

Un tempo, il tema del caro-affitti era di fatto riservato e confinato solo alle grandi città. Da decenni, solo per fare un esempio, si parla dei prezzi proibitivi e spropositati di città come Milano. Anche se nemmeno Roma scherza. Ma negli ultimi anni, anche per via della crisi economica e della speculazione edilizia, anche le città di provincia hanno fatto registrare aumenti significativi.

A subire maggiormente tutto questo, evidentemente, sono le famiglie numerose, i cittadini in difficoltà economica e gli studenti universitari. Ma anche i liberi professionisti, titolari di partita IVA sono altamente penalizzati. Sul punto, oggi, però, arriva una pronuncia che cambia tutto.

Affitti in Italia: la rivoluzionaria sentenza della Cassazione

In una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha emesso un verdetto significativo che contraddice la posizione dell’Agenzia delle Entrate sulla cedolare secca applicata ai contratti di locazione. Questo ribaltamento giuridico potrebbe avere importanti ripercussioni per i proprietari di immobili locati e per i professionisti titolari di Partita IVA.

Cassazione cambia regole affitti
Affitti: la Cassazione interviene sulla cedolare secca – (arabonormannaunesco.it)

La cedolare secca è un regime fiscale opzionale che permette ai proprietari di immobili residenziali di pagare un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali locali sui redditi derivanti dalla locazione. Tale regime, introdotto per semplificare la tassazione e incentivare il mercato degli affitti, offre un’aliquota fissa del 21% (o del 10% per i contratti a canone concordato) sui redditi da locazione, sostituendo le tradizionali imposte sul reddito.

L’Agenzia delle Entrate aveva interpretato la normativa affermando che i titolari di Partita IVA, come i professionisti e gli imprenditori, non potessero beneficiare della cedolare secca sui redditi da locazione percepiti, considerando tali attività come redditi d’impresa o di lavoro autonomo, soggetti quindi alla tassazione ordinaria.

La Cassazione ha recentemente smontato questa tesi, stabilendo che anche i titolari di Partita IVA possono usufruire del regime della cedolare secca per i redditi derivanti dalla locazione di immobili abitativi. La Corte ha argomentato che la normativa non prevede esclusioni specifiche per i possessori di Partita IVA e che l’applicazione della cedolare secca dipende unicamente dalla natura dell’immobile locato, purché si tratti di un uso abitativo e non strumentale.

Questa decisione rappresenta una svolta significativa per molti professionisti e imprenditori che possiedono immobili residenziali. Potranno ora optare per la cedolare secca, beneficiando di un regime fiscale più favorevole e semplificato. La sentenza potrebbe inoltre stimolare ulteriori affitti nel settore residenziale, contribuendo a una maggiore fluidità del mercato immobiliare. Resta da capire, ora, come si regolerà l’Agenzia delle Entrate.

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