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Cultura

A tavola è meglio non farlo: le superstizioni alimentari più comuni nel nostro Paese

Ci sono cose che a tavola è meglio non fare perché sembra che portino sfortuna. Ecco le superstizioni alimentari più comuni in Italia.

Le feste si avvicinano e con esse le grandi abbuffate in compagnia di amici e parenti. Durante i banchetti ci sono cose che a tavola è meglio non fare, e non perché siano vietate dal galateo, ma perché sembra che portino sfortuna.

Ci sono cose che è meglio non fare a tavola perché sembra che portino sfortuna – arabonormannaunesco.it

Anche se non tutti ci credono, da generazioni vengono tramandate delle superstizioni alimentari. Ecco le più comuni e perché sembra che attirino la iella.

Le superstizioni alimentari più comuni nel nostro Paese

Le superstizioni alimentari sono state tramandate di generazione in generazione e ancora oggi, persino chi non è tanto “bigotto”, potrebbe continuare a crederci e preferire non fare certe cose a tavola per non beccarsi la sfortuna.

Le superstizioni alimentari più comuni nel nostro Paese – arabonormannaunesco.it

Fra le più conosciute superstizioni a tavola ci sono: 

  • Sedere a tavola in 13: si racconta che durante una cena in cui erano presenti 12 divinità di Asgard, arrivò Loki, il dio degli inganni e della discordia. Offeso perché non era stato invitato, divenne il tredicesimo commensale e uccise Balder. Questa leggenda venne tramandata fino ai tempi del Cristianesimo e ancora oggi si crede che il tredicesimo commensale morirà entro l’anno. Per evitare questa tragedia, basta invitare un altro ospite a tavola o apparecchiare per 14 persone.
  • Passare il sale di mano in mano: questa superstizione deriva dalla famosa Ultima cena. Si dice che durante il banchetto Giuda abbia rovesciato il sale passandolo in mano ad un altro commensale. Il resto è storia: Gesù venne tradito dallo stesso Giuda. Da ciò è nata la convinzione che passare il sale di mano in mano possa aumentare i rischi di farlo cadere e portare sfortuna. Per evitare la iella, basta riporre il barattolo del sale vicino a chi lo chiede e non passarlo mai di mano in mano.
  • Mettere una pagnotta di pane capovolta: dal punto di vista religioso, questa sembrerebbe una blasfemia visto che il pane è il simbolo del corpo di Cristo. Storicamente invece sembra che durante la rivoluzione francese al boia veniva servito il pane peggiore. Questo perché il boia era considerato il peggiore dei clienti dai commercianti. Con l’emanazione di un decreto in cui si diceva che a tutti quanti i clienti dovesse essere offerto lo stesso pane, i fornai, per esprimere il proprio disprezzo verso il boia, decisero di darglielo capovolto. Così i boia, per non essere riconosciuti, iniziarono a indossare il cappuccio.
  • Incrociare le posate: anche questa superstizione ha origini religiose perché ricorderebbe la crocifissione. Sembra che se succede, possano avvenire delle liti tra i commensali.
  • Lasciare una tovaglia bianca sul tavolo durante la notte porta male e addirittura sarebbe presagio di morte, data la sua somiglianza con un lenzuolo funebre.
  • Versare acqua e vino con il dorso verso il bicchiere: si dice che nell’antica Roma avvenissero molte morti per avvelenamento durante i banchetti. Grazie ad un anello concavo, il veleno veniva immesso nel bicchiere. Bastava prendere una bottiglia, girare il dorso della mano e far cadere il veleno nel calice con la bottiglia che copriva l’anello.
  • Brindare senza guardarsi negli occhi: anche questa pratica arriva dal passato, o meglio dal Medioevo, quando guardarsi negli occhi durante i brindisi era un gesto di onestà (dato che spesso in queste occasioni molte persone venivano avvelenate proprio bevendo).
  • Sedere con un piede del tavolo tra le gambe porta sfortuna, in ambito amoroso e matrimoniale, proprio perché la gamba è un elemento di disturbo.

Oltre alle superstizioni, ci sono anche dei gesti che portano fortuna come esprimere un desiderio quando si mangia una primizia (primo frutto o ortaggio della stagione), oppure mangiare il peperoncino, da sempre ritenuto un amuleto contro il malocchio e le malelingue. 

Flavia Scirpoli

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