Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, qual è la sua storia

L’itinerario UNESCO della Palermo arabo-normanna comprende un tesoro dalle origini curiose: la Chiesa di San Giovanni degli eremiti

La Chiesa di San Giovanni degli Eremiti a Palermo è davvero un luogo affascinante, ricco di storia e influenze culturali. Con le sue cinque cupole rosa, è uno dei monumenti simbolo dell’itinerario Unesco: Palermo Arabo-Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale. Fondata da parte di Ruggero II nel 1132, il complesso testimonia la ricca mescolanza di stili architettonici che caratterizzano la Sicilia nell’epoca arabo-normanna. Il suo nome deriva dal monastero di San Ermete, risalente ai tempi di Gregorio Magno, simbolo della tradizione cristiana più antica, che sorgeva proprio sullo stesso sito.

San Giovanni degli Eremiti è un gioiello architettonico che cattura l’essenza della storia e della diversità culturale della Sicilia medievale. La progettazione della chiesa secondo i canoni arabo-normanni evidenzia la singolare fusione di elementi occidentali e orientali. L’esterno, con la sua cortina muraria semplice, rivela tracce di architettura orientale, con strutture cubiche e cupole emisferiche, seguendo uno schema quadrato-cerchio simbolico di terra e cielo, comune nella cultura islamica e bizantina. L’interno della chiesa, al contrario, si presenta sobrio e regolare, con una pianta a croce “commissa”. Questo contrasto tra l’esterno vibrante e l’interno sobrio crea un’esperienza unica per i visitatori, riflettendo la diversità culturale che ha plasmato il luogo nel corso dei secoli.

La “Sala Araba”, accessibile attraverso un piccolo passaggio dalla chiesa, aggiunge un elemento intrigante al complesso della Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, documentando una possibile origine come parte di una moschea islamica precedente.

Storia della Chiesa di San Giovanni agli Eremiti 

La Chiesa e il Convento di San Giovanni degli Eremiti, secondo le testimonianze storiche, furono eretti per volontà del sovrano illuminato Ruggero II, primo re di Sicilia, tra il 1132 e il 1148. Questa struttura, affidata ai padri benedettini di Montevergine, sorge su antiche preesistenze di epoche diverse. Il nome “Eremiti” trova la sua radice nel fatto che la Chiesa fu edificata probabilmente su uno dei monasteri benedettini fondati nel VI secolo da San Gregorio Magno nei possedimenti siciliani della madre, il monastero di San Ermete.

La religiosità del luogo è perdurata nei secoli e nelle conquiste, come dimostra il fatto che, durante il periodo di dominio musulmano sull’isola, si presume che qui si erigesse una moschea araba. La sua vicinanza alla residenza regia lo ha reso un sito privilegiato, destinato anche alla sepoltura degli alti dignitari della corte normanna. L’abate, che fungeva anche da confessore personale del re, deteneva il titolo di primo cappellano reale, godendo di numerosi privilegi.

Dopo un periodo di abbandono, nel 1464 il complesso monastico, ormai privo di religiosi, fu assegnato da Papa Paolo II ai monaci benedettini di San Martino delle Scale su suggerimento del cardinale Giovan Nicolò Ursino. Successivamente, nel 1524, per volere dell’imperatore Carlo V, fu la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti fu concessa come “Gancìa” ai monaci benedettini di Monreale e all’arcivescovo di quella diocesi per la sua abitazione. Questo cambio di destinazione portò a profonde trasformazioni dell’intero complesso.

Interno Chiesa San Giovanni degli Eremiti
Interno Chiesa San Giovanni degli Eremiti | WIKI COMMONS @Stendhal55

Le costruzioni normanne, sia la chiesa sia il monastero, furono realizzate seguendo modelli architettonici fortemente influenzati dall’arte islamica. Gli architetti e gli artigiani di origine musulmana svolsero un ruolo cruciale in questo processo, mediando tra le culture artistiche orientali e cristiane. Il risultato è un’opera d’arte e architettura veramente unica nel suo genere, testimone di una straordinaria fusione di influenze culturali durante un periodo cruciale della storia siciliana.

Origine del nome e curiosità

Un’ulteriore curiosità affascinante legata al nome della Chiesa di San Giovanni degli Eremiti riguarda la sua connessione con San Mercurio. Oltre all’esistenza piuttosto leggendaria di un santo chiamato Ermete, è interessante notare che il corrispondente greco di Ermete è Hermes, la divinità che in latino è conosciuta come Mercurio.

Questa affascinante corrispondenza tra il nome del santo e la divinità mitologica ha portato all’intitolazione del vicino Oratorio di San Mercurio. La scelta di associare San Giovanni degli Eremiti a San Mercurio aggiunge un elemento intrigante alla storia e alla cultura del luogo, creando un legame tra il sacro e il mito che stimola la curiosità dei visitatori.

Un secondo elemento misterioso e affascinante riguardante il complesso della Chiesa di San Giovanni degli Eremiti è rappresentato dai resti di un edificio preesistente, mai completamente identificato. Questa struttura si inserisce perpendicolarmente al transetto sinistro della chiesa, divisa longitudinalmente in due navate da cinque pilastri a base quadrata.

Le tracce rimanenti rivelano una volta a crociera, lunette e alcuni affreschi tardo medievali, suggerendo un’origine che si colloca intorno al X secolo. Questo edificio sembra essere stato progettato per accogliere le salme delle persone di corte.

Il chiostro benedettino

Quello che rimane oggi dell’antico monastero benedettino della Chiesa di San Giovanni degli Eremiti è l’elegante chiostro, costruito successivamente in una data imprecisata, ma che sembra probabile chiostro risalire alla fine del XIII secolo, basandosi sulle caratteristiche costruttive e stilistiche. Questo rettangolare, ora ridotto quasi a uno stato di rudere, mostra ancora i resti delle mura perimetrali e una graziosa successione di colonnine binate, simili a quelle del chiostro di Monreale, con arcate gotiche a sesto acuto.

L’accesso al chiostro della Chiesa di San Giovanni degli Eremiti avviene attraverso un lussureggiante giardino ottocentesco di tipo mediterraneo, un piccolo angolo di verde caratterizzato da una varietà di piante esotiche, con palme, agrumi, allori, ulivi, nespoli e agavi. La vegetazione, insieme agli archetti gotici che incorniciano scorci della chiesa, conferisce al luogo un fascino particolare, un’armoniosa fusione tra l’arte gotica e la natura mediterranea.

Chiostro della Chiesa di San Giovanni degli Eremiti
Chiostro della Chiesa di San Giovanni degli Eremiti | FAI @fondoambiente.it

Alla fine del XIX secolo, l’architetto Giuseppe Patricolo, nell’ambito di un programma di recupero di monumenti siciliani, ha intrapreso una radicale campagna di restauri mirata a restituire al magnifico monumento il suo presunto aspetto originario. Gli interventi del Patricolo hanno rivelato strutture di età islamica e altre testimonianze risalenti a epoche successive, liberando la costruzione dai volumi aggiunti e dalle graduali trasformazioni. Ai restauri della Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, contribuì anche Francesco Valenti, futuro sovrintendente ai monumenti siciliani.

Come si diceva, il complesso di San Giovanni degli Eremiti è uno dei nove monumenti inseriti nel percorso arabo-normanno palermitano, dichiarato patrimonio mondiale dell’Unesco. Questa inclusione nella lista mondiale dei patrimoni da tutelare rappresenta una straordinaria opportunità per Palermo e per tutta la Sicilia, offrendo al mondo la possibilità di apprezzare e preservare questa gemma unica nella sua fusione di storia, architettura e natura.

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